Zoncheddu (Caritas): «I nuovi poveri sono coloro che fino a ieri donavano»

La mensa della Caritas
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Sabato 16 Gennaio 2021, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 20:00

La pandemia cambia il volto della povertà. «L’emergenza sanitaria in atto - afferma Luca Zoncheddu, direttore della Caritas diocesana - ha trasformato tutto. E’ emerso un nuovo profilo di poveri. Sono coloro che fino a poco tempo fa donava e oggi si ritrovano a bussare alle nostre porte. Con tutto quello che ne consegue».
Trasformazioni profonde che hanno cambiato anche il modo di fare solidarietà e volontariato.


«Quello che è cambiato radicalmente - dice Zoncheddu - è anche l’attività di aiuto.

Si è fatta più riservata. Più prossima. E sopratutto nei paesi più piccoli abbiamo trovato le situazioni più gravi. Mi ha colpito il racconto di un parroco della zona della Teverina che ha scoperto, facendo una visita casuale sotto Natale, che una famiglia da due mesi viveva senza corrente elettrica. C’è ormai una povertà diffusa che è anche molto difficile da intercettare. Anche per un senso di vergogna che prevale su questi nuovi poveri».

I numeri parlano chiaro: i nuovi poveri italiani sono più che raddoppiati e così le richieste di aiuto verso la Caritas.  Diminuiti invece gli immigrati e richiedenti asilo che si rivolgono alle strutture.  «Sì i numeri sono in salita - dice ancora -, ma non solo per quel che riguarda accessi alle mense. Per esempio sotto le feste non sono cresciuti, probabilmente perché avevano raggiunto già il limite. Quello che abbiamo visto aumentare sono le richieste di aiuto al centro d’ascolto. E anche i ricoveri da codice rosa. Ovvero donne mandate da noi dall’ospedale Belcolle».

Tra i progetti messi in campo dalla Caritas del 2020 spiccano quelli in favore di famiglie che hanno avuto bisogno di sostegno economico per pagare bollette e affitto. L’aiuto dato ai commercianti. E ovviamente il percorso di assistenza «perché chi affronta situazioni più complesse deve essere accompagnato verso un progetto di vita nuova, che possa farlo uscire da una condizione di marginalità».

La Caritas in questo lungo anno ha messo in piedi moltissimi progetti. E altri sono già ai nastri di partenza.
«In questo 2021 vogliamo dare continuità ad azioni trasversali per potenziare la rete aiuti degli aiuti alimentari. ci piacerebbe migliorare il nuovo centro dell’Alto Lazio per la distribuzione alimentare. Centro in cui confluiscono 76 strutture. Il nostro obiettivo è quello di riqualificare il percorso di aiuti alimentari, perché gestire bene significa fare carità fatta bene. Ovviamente aiutare chi ha bisogno a uscire dalla situazione ha anche bisogno di formazione e di educazione, aspetti per noi molto importanti».

La Caritas proprio su questo ha in cantiere anche altri progetti. «La parte educativa è una grande sfida. Ed è parte di ciò che vogliamo portare a termine insieme alla ristrutturazione del centro di ascolto diocesano che possa coprire anche la fascia diurna e la ristrutturazione della mensa». Il viterbese in questo anno così duro ha anche dimostrato di essere solidale. «Non sono mancate - conclude - forme importanti di solidarietà. Da persone che hanno messo a disposizione la seconda casa gratuitamente, ad aziende che hanno donato intere derrate alimentare. Questo sottolinea che la comunità sul tema solidarietà ci vuole stare».

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