Zanardi, la corsa mancata: «Alex, Tarquinia è con te»

La tappa di Tarquinia
di Luca Telli
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Domenica 21 Giugno 2020, 09:25 - Ultimo aggiornamento: 15:03
Le 13 circa di un sabato del non colore del vento. Il sole gioca con le bugne in travertino di Barriera San Giusto. Cinque chilometri più in basso, il mare. Sopra, un terrapieno che si tiene accanto la memoria dei tempi passati oltre il quale spunta l'Argentario. Da qui, arteria principale di Tarquinia, è partita la pedalata di Tiziano Monti, atleta handbike di Obiettivo 3, in direzione di Fregene. Settanta chilometri con lo sguardo fisso in avanti, le braccia a mulinare che tagliano il vento e il corpo che si allunga fino a fondersi con le tre ruote legate alla capsula di carbonio che lo ospita e ricorda gli elefanti di Dalì: forza e fragilità strette insieme. Ci sarebbe dovuto essere anche Alex Zanardi, forse, chissà, a tenere a battesimo un'uscita che della gara ha poco o niente e la cui unica ragione di esistere doveva essere quella di riportare il sorriso oltraggiato dal Covid. Poi il destino si è seduto al tavolo e fatto saltare il banco.
Venerdì, alle 18, subito dopo l'incidente dell'ex pilota, la prima telefonata: staffetta annullata. Nella notte la decisione di partire «perché Alex vorrebbe così». The show must go on, frase per una volta svuotata di qualsiasi retorica, in un rovesciamento di prospettiva dove non sono gli interessi a vincere sul cuore ma il cuore che sceglie di andare avanti pure se spezzato. La partenza, fissata per le 15, viene anticipata di un'ora. Monti, tedoforo tarquiniese che sogna Tokyo e come Zanardi la vita ha spinto a scalare le Ande a mani nude, arriva un'ora prima accompagnato dalla mamma, dal fratello e da due amici con la maglia gialla dell'Athletica Vaticana. Il viso tirato, il berretto con la visiera fregiata con il tricolore alzata. Si aggiusta il casco, cala gli occhiali a specchio sul naso, stringe le cinghie dell'abitacolo alla poppa del quale si alza un'antenna con due bandiere: quella di Obiettivo 3 più alto, i due cavalli alati su una base bianca sotto. Non parla, il pensiero lo affida alla sua pagina Facebook dove la figura di Zanardi si abbraccia alla sua: «Non mollare mai. Alex ci ha insegnato questo. Lui non sta mollando. E non dobbiamo farlo neanche noi». Composta, alla partenza, Tarquinia sostiene la marcia di Tiziano. Ci sono appassionati, amici, gli assessori e il sindaco Alessandro Giulivi. Volti che si perdono dietro a tanti cartelli con un unico destinatario: «Forza Alex». «Tarquinia è con te», «Non mollare», si legge. Momenti di commozione pensando all'uomo, al campione, al riferimento che lotta nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Siena. Poi Tiziano dà una strizzata ai freni, controlla una catena fatta di tanti artigli che ieri più che mai è stata metafora di vita. Dà due colpi sulle ruote, gira la capsula e parte. Scompare lungo la discesa dopo trenta secondi, gli applausi sono silenziosi, battono nel petto di ognuno.
 
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