Il racconto della tomba del carro di Vulci: la visita guidata al museo di Villa Giulia

Il racconto della tomba del carro di Vulci: la visita guidata al museo di Villa Giulia
di Marco Feliziani
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Mercoledì 29 Luglio 2020, 11:07 - Ultimo aggiornamento: 11:09
Una delle scoperte più importanti avvenute nella necropoli dell’Osteria di Vulci, è possibile ammirarla da vicino con una visita guidata il 30 luglio al museo di Villa Giulia a Roma. La visita è a cura di Vittoria Lecce, funzionario archeologo del museo. Si tratta della tomba del Carro di bronzo rinvenuta l’11 giugno del ‘65 in una delle necropoli della città etrusco-romana a Montalto di Castro (Viterbo). Un documento databile il primo quarto del VII secolo a.C. che attesta del passaggio dalla cultura villanoviana a quella orientalizzante.
 
La tomba era stata minuziosamente ricostruita grazie alle foto scattate al momento della scoperta. Un lavoro che portò a ripercorre la storia di un personaggio di alto rango dell’epoca. Il defunto venne cremato, con un rituale probabilmente simile a quelli descritti da Omero nell’Iliade per eroi come Ettore e Patroclo, e le sue ceneri vennero raccolte in un vaso di bronzo.

Le cerimonie funebri richiesero anche l’impiego di due “statue” molto schematiche realizzate in bronzo, legno e stoffa, una delle quali venne lasciata sul carro e ha dato il nome alla tomba. Servivano a ricordare il defunto e a ricostituirne idealmente il corpo distrutto dal fuoco. Vennero ricostruite a partire dagli elementi in bronzo, gli unici conservati: due coppie di mani e una testa schematica “a palla”.

Gli oggetti deposti all’interno della tomba rivelano che il proprietario aveva ricoperto in vita un ruolo di primo piano nella sua comunità. Doveva aver fatto parte di una élite aristocratica cui aveva offerto, secondo l’uso, sontuosi banchetti. Aveva avuto interessi o un ruolo attivo negli scambi commerciali con il mondo greco e orientale. Era stato un capo militare. Sulla banchina della tomba e sul pavimento vennero infatti trovati: un carro militare da parata e delle armi; un servizio di vasi in bronzo e ceramica per il banchetto, comprendente vasellame da tavola e da cucina; strumenti da fuoco e arredi (reggivasi); due aryballoi di produzione rodia o cretese e una kylix protocorinzia; canestri di vimini e grandi vasi da dispensa, che dovevano contenere provviste. Gli oggetti di bronzo sono quasi tutti di produzione locale e molti provengono da un’unica bottega; testimoniano la particolare abilità degli artigiani di Vulci.
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