Contagi nelle scuole, la Asl: «165 alunni e 55 operatori positivi, ma a ottobre erano di più». I dettagli

Una scuola di Vetralla
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Venerdì 26 Febbraio 2021, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 19:37

“I dati al momento sono abbastanza confortanti. È vero: il virus circola di più tra i giovani ma i numeri sono inferiori a quelli registrati dopo l’avvio dell’anno scolastico. Ma va sottolineato che la situazione potrebbe cambiare anche in fretta, considerato quello che accade altrove. Pertanto, mai come ora dobbiamo prestare massima attenzione, nelle scuole e soprattutto in famiglia, dove i primi segnali di un possibile contagio possono essere colti e vanno subito segnalati alla Asl”. Con le varianti in agguato quelli attuali sono giorni che possono fare la differenza, un punto di svolta da cui dipenderanno le prossime settimane. Lo dice chiaro e tondo Angelo Carai, il coordinatore del Toc scuola, l’équipe creata dalla Asl per gestire l’epidemia tra alunni e docenti.

Quali sono i numeri aggiornati? 
“In provincia abbiamo 165 alunni e 55 operatori positivi. Ma a ottobre eravamo messi peggio: rispettivamente 214 e 33”.

A Viterbo, a Monterosi (dove tra l’altro la chiusura delle scuole è stata prorogata di altre due settimane), a Montefiascone si rincorrono nuove classi in quarantena. Quante sono al momento?

“Posso dire che la prossima che finirà in isolamento sarà la millesima dall’inizio della pandemia. Nel capoluogo, all’istituto Merlini abbiamo 7 alunni e un’insegnante colpiti ma in una stessa classe primaria. A Monterosi, ci sono classi con 1-2, altre con 6 positivi. Ma i contagi si sono sviluppati in un lasso di tempo lungo”.

C’entrano le varianti?
“Non ci sono ancora evidenze che circolino nelle nostre scuole”.

Ma avete avuto situazioni dubbie che hanno richiesto approfondimenti?
“Sì, nei giorni scorsi abbiamo inviato alcuni campioni allo Spallanzani che è oberato di richieste.

Non abbiamo ricevuto risposte e comunque l’allarme è rientrato”.

Quali sono i campanelli d’allarme di un possibile contagio da variante?
“Li ha indicati la Regione Lazio: la positività in individui già vaccinati (i genitori, ad esempio); la reinfezione dopo mesi dalla guarigione; i viaggi in paesi con variante conclamata, come nel Perugino; esplosioni di contagi che arrivano a colpire tra i 20 e i 30 soggetti nell’arco di 3-4 giorni”.

Qual è la sensibilità tra le famiglie rispetto a questa situazione?
“Molti, rispetto al passato, si sottopongono a tamponi indipendentemente dalla Asl. E ne approfitto per rivolgermi a loro con una raccomandazione: se si evidenzia la positività all’antigenico, che ci venga subito comunicata”.

Perché, non avviene?
“Capita che a tampone antigenico rapido non segua comnunicazione alla scuola o alla Asl”.

Come è possibile?
“Alcune farmacie che li eseguono non comunicano a noi il risultato ma al paziente che dovrebbe riferirlo al medico curante. Ma non sempre avviene. Così a noi sfuggono e non possiamo metterli subito in quarantena preventiva in attesa di confermare o meno il risultato col molecolare”.

Il rischio?
“Che continuiamo a rincorrere il virus anziché precederlo, mettendo in sicurezza quanti a loro insaputa possono contaminare altri”.

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