Fine settimana nella Tuscia Viterbese tra concerti e spettacoli di prosa

Giuseppe Cederna
di Carlo Maria Ponzi
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Venerdì 21 Gennaio 2022, 06:50

Fine settimana a teatro tra concerti e spettacoli di prosa.

Sabato 22 gennaio, alle ore 17, all’auditorium di S. Maria in Gradi, un appuntamento nato dalla collaborazione tra Unitus e l’associazione musicale di Londra, Keyboard Charitable Trust, che promuove ogni anno, a livello internazionale, giovani pianisti di spiccato talento, indipendentemente dal Paese di origine. «“Il prescelto di quest'anno, per l'Italia – spiega il direttore artistico della rassegna Franco Carlo Ricci -  è il pianista giapponese Shunta Morimoto che, nonostante l'età (ha da poco compiuto diciassette anni), ha già vinto prestigiosi concorsi internazionali». In programma l’esecuzione di brani di  Beethoven, la Sonata op. 27-1 N. 13; di Fauré, Nocturne N. 6 Op. 63; di de Falla, la Fantasia Bætica; di César Franck, il notissimo Prelude, Chorale et Fugue M. 21. Il concerto può essere seguitoi in diretta streaming oppure in differita al link  http://tiny.cc/XVII_stag_concertistica.

Domenica, il Teatro Boni di Acquapendente, ore 17,30, mette in scena “Le isole del tesoro” da Robert Louis Stevenson, di e con Giuseppe Cederna e Sergio Maifredi. Il testo parla di due isole. Quella inventata dalla fantasia di Stevenson e quella reale, in Grecia, dove Giuseppe Cederna fugge ogni volta che può, per ritrovare il ritmo del respiro, per mantenersi vivo e continuare a sognare. «Lo spettacolo è una festa alla gioia di narrare storie – sottolinea Maifredi -  le storie sono luci nel buio.

Abbiano così intrecciato il racconto di Stevenson con la vita dello scrittore, avventurosa quanto i suoi romanzi, in un gioco di specchi che ci riflette in un labirinto tra avventura reale e letteraria».

Ancora domenica, alle ore 17, ma al Teatro Bianconi di Carbognano, “I Dentici”, di Adriano Bennicelli, con Giancarlo Porcari e Tiko Rossi Vario, regia di Michele La Ginestra. Sinossi: Mario e Mario sono due gemelli eterozigoti che portano lo stesso nome in onore del nonno. Uno è gay, estroverso, allegro, e nel suo ambiente alternativo si fa chiamare Pierre. L’altro è etero, depresso per la fine del suo matrimonio e per problematiche legate al suo lavoro di consulente finanziario. I due si avvicendano in scenette che si svolgono tra presente e passato. Mario, nel presente, torna da separato nella casa di famiglia dopo vent’anni d’assenza; casa in cui ora vive solo Pierre. Con molto tatto e dolcezza Bennicelli, attraverso Tiko Rossi Vairo e Giancarlo Porcari, ci racconta la loro storia, usando degli efficaci flash back, in cui i due hanno modo di raccontarci la loro crescita.

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