Viterbo, schieramenti senza una rotta e Sgarbi provoca: «Città dimenticata, io assessore alla bellezza»

Viterbo, schieramenti senza una rotta e Sgarbi provoca: «Città dimenticata, io assessore alla bellezza»
di Massimo Chiaravalli
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Martedì 15 Marzo 2022, 06:55 - Ultimo aggiornamento: 15:56

Se le candidature alla carica di sindaco scarseggiano, ora spuntano quelle per un posto in giunta. Per giunta con delega alla bellezza. Vittorio Sgarbi da Sutri si propone di traslocare a Viterbo e replicare il lavoro svolto sul museo di palazzo Doebbing nella città dei Papi, facendola diventare «capitale dell’arte». E si vola con il Trasporto del 3 settembre «onorato devotamente in diretta sui canali Rai» o il palazzo della Banca d’Italia da trasformare in museo.

La mossa del sindaco parlamentare di proporsi come assessore è però il riflesso del vuoto politico e culturale che imperversa soprattutto ora che nei due poli – ammesso che restino tali – non si riesce nemmeno a ufficializzare un candidato sindaco. E così Sgarbi ha gioco facile a buttarsi nella mischia e parlare di eterne incompiute, però di sua competenza. Lancia quindi «un appello a chi vuole che Viterbo torni ad avere il posto che merita nella storia – dice - superando il ruolo di eterna spettatrice».

La sua visione parte da Sutri, dove indossa la fascia tricolore. La lista su cui lavorare è lunga: la Macchina di Santa Rosa, l’Unione, palazzo dei Papi, le terme «trascurate», il centro storico «maestoso, ridotto a contenitore della movida».

A mancare è il marketing sulla bellezza. «Cultura è conoscenza, non improvvisazione. E’ visione e programmazione. Solo grazie al suo patrimonio, se adeguatamente comunicato al mondo – continua - Viterbo potrebbe esistere. Non è chiaro perché debba rimanere esclusa dal mondo».

Un po’ di ricette per cucinarla bene? Si parte dal palazzo della Banca d’Italia, in vendita. «Settemila metri quadrati che possono diventare un grande museo con esposizioni permanenti, penso alle Macchine di Santa Rosa, in deposito, esempi di intelligenza e devozione. E temporanee, con opere di maestri della storia dell’arte, che portino la stampa e migliaia di visitatori, facciano parlare di Viterbo, generino lavoro per i viterbesi e contribuiscano a restituirle quello che è: una capitale dell’arte».

A Sutri col museo di palazzo Doebbing c’è riuscito. «Posso farlo anche qui. Sarò l’assessore alla bellezza. La mia storia parla per me: è il momento di condividerla con i viterbesi. Il futuro di Viterbo – conclude Sgarbi - dipende da una scelta politica giusta».

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