Scavalca il balcone e si presenta nudo dalla vicina di casa: condannato a 6 anni

Sentenza
di Maria Letizia Riganelli
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Giovedì 7 Ottobre 2021, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 14:19

Scavalca il balcone e si presenta nudo nella camera da letto della vicina di casa, condannato a 6 anni di reclusione. 

L’uomo, difeso dall’avvocato Orietta Celeste era a processo con l’accusa di violenza sessuale e violazione di domicilio. Il 28 luglio 2018, pochi minuti prima di mezzanotte, i carabinieri furono allertati da un uomo che chiedeva un intervento immediato. L’uomo, marito della vittima che si è costituita parte civile assistita dall’avvocato Andrea Danti, disse ai militare che il vicino di casa si era introdotto nella loro abitazione e aveva aggredito la moglie.

Vittima e imputato vivevano nello stesso stabile e sullo stesso piano. I due appartamenti erano collegati da un balcone diviso da un semplice parapetto di ferro. E quella notte l’imputato tentò di violentare la vicina. A raccontare in aula la vicenda sono stati proprio i carabinieri intervenuti nella palazzina. «Siamo arrivati in zona - ha spiegato un militare - e abbiamo trovato l’imputato davanti al portantino d’ingresso della casa della donna. Era nudo, fatta eccezione per un paio di calzoncini neri. Era in stato confusionale, parlava in modo sconnesso. Aveva l’alito vinoso e aveva graffi sul braccio sinistro e sulla schiena».

Graffi lasciati dalla vittima nel tentativo di difendersi.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, l’uomo avrebbe scavalcato il parapetto del balcone poco dopo le 22,30. Sarebbe entrato direttamente nella camera da letto della donna totalmente nudo e avrebbe così sorpreso la sua vittima. La signora, in preda allo shock, inizialmente non sarebbe riuscita a chiedere aiuto. L’uomo sarebbe riuscita a saltarle addosso, sdraiandola sul letto. Ne sarebbe nata una colluttazione, e la donna nel tentativo di liberarsi avrebbe graffiato l’imputato. E subito dopo avrebbe iniziato a gridare.

Le urla avrebbero attirato l’attenzione del marito e del figlio che erano in casa e avrebbero fatto allontanare l’imputato. «Dopo i primi accertamenti - ha detto ancora il militare - abbiamo chiesto l’intervento del 118, sia per la donna che per l’uomo. Quest’ultimo aveva graffi che abbiamo fatto repertare mentre la vittima era in forte stato di shock e aveva la pressione molta alta». Ascoltata, rigorosamente a porte chiuse, anche la vittima ha ricostruito la violenza subita. Ieri al termine dell’istruttoria la pm Paola Conti ha chiesto un anno e mezzo di reclusione.

Il collegio, presieduto dalla giudice Elisabetta Massini, ha condannato l’imputato a 6 anni di reclusione.

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