Trascinano ragazzo lungo il treno e lo pestano, fratelli condannati a 5 anni di reclusione

Un'aula di Tribunale
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Giovedì 15 Ottobre 2020, 06:50

Trascinano ragazzo lungo il treno e lo pestano a sangue, condannati due dei tre fratelli Bracci di Vignanello. Ieri mattina il collegio del Tribunale di Viterbo ha inflitto 5 anni, 4 mesi e 15 giorni di reclusione a Angelo e Giuseppe Bracci. Assolto per non aver commesso il fatto il fratello più giovane Paolo. I tre erano a processo per aggressione, rapina e sequestro di persona.


Il 4 novembre 2019 i tre fratelli erano sul treno che da Viterbo porta a Civita Castellana. Secondo quanto accertato i due fratelli più grandi misero in atto una vera e propria spedizione punitiva sotto gli occhi di tutti. Mentre il più giovane intervenne ma solo per calmare gli animi. Motivo per cui il collegio lo ha completamente scagionato dalle accuse.


A raccontare il pestaggio è stata la vittima, che non si è costituita parte civile, alla scorsa udienza. «Mi hanno trascinato per tre vagoni del treno sotto minaccia di un coltello e poi mi hanno pestato. Calci, ginocchiate e una bottigliata in testa mentre gli altri passeggeri facevano video col telefono. Mi hanno picchiato da Soriano nel Cimino, quando sono salito, alla fermata di Vignanello quando sono scesi - ha detto il ragazzo -.

Io mi sono chiuso a riccio per non prenderle in faccia. Hanno anche staccato l’asta che tiene chiusi i finestrini del treno per picchiarmi. Secondo loro avevo fatto la spia ai carabinieri ma non era vero».


I fratelli, secondo il racconto della vittima, avrebbero anche preso con la forza soldi e cellulare nuovo del ragazzo, mai più ritrovati. Versione diversa quella offerta ieri mattina dalla fidanzata di una dei fratelli, anche lei presente al pestaggio. «La vittima giorni prima mi aveva minacciata e quel giorno Angelo e Giuseppe lo hanno portato dove ero io per parlare e chiarire. Quando mi ha visto è sbiancato e stava per alzare le mani. Mi sono spaventata e poi lo hanno picchiato. Ma a mani nude, nessun coltello e nessuno ha portato via telefono e soldi».


A raccontare la versione dei fatti, nella scorsa udienza, anche gli imputati, difesi dagli avvocati Ceccarelli e Gorziglia. I due fratelli più grandi candidamente hanno ammesso di aver picchiato «ma solo a mani nude» la vittima e che se non fosse intervenuto il fratello più piccolo avrebbero continuato». I due condannati sono ancora ristretti ai domiciliari.

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