"Furbetti del vaccino" in aumento nella Tuscia. I medici di famiglia: «Chiedono l'esenzione senza averne diritto»

FIore a sinistra
di Federica Lupino
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Lunedì 30 Agosto 2021, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 21:30

“I furbetti del vaccino? Ci sono, ma li stiamo arginando”. Michele Fiore, segretario provinciale del sindacato di categoria Fimmg, ne aveva già parlato diversi giorni fa. Adesso però il fenomeno è ben più visibile: sono molti i viterbesi che vanno dal medico di base per ottenere l’esenzione dalla vaccinazione. Un lasciapassare che consente, a chi ne è in possesso, di evitare il green pass o il tampone entro le 48 ore per accedere a locali pubblici o usufruire di servizi vari. Per alcuni, però, l’obbligo della vaccinazione è una conditio sine qua non per lavorare. E nelle ultime settimane è proprio con le richieste di questa categoria di pazienti che i medici di famiglia si stanno scontrando.

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“Finora – racconta Fiore – personalmente non ho firmato nemmeno un certificato di esenzione. E non perché non me li abbiano chiesti, anzi. Sono almeno 10 i miei assistiti che si sono presentanti per chiederlo. Una media che riscontrano anche i colleghi”. Chi sono? “Tutti rientrano nel personale scolastico, docenti e non. Nessuno di loro presentava però specifiche condizioni cliniche documentate che controindichino la somministrazione in maniera permanente o temporanea.

Da qui il mio rifiuto”, dichiara.

Le motivazioni addotte? “Alcuni parlano di reazioni allergiche,o presunte tali, avute in passato in caso di altre vaccinazioni. Altri assicurano di avere anticorpi tanto alti da non necessitare di alcuna vaccinazione, adducendo come prova il fatto che non si ammalano mai di influenza, né hanno mai avuto un raffreddore”, continua il medico.

Nel frattempo, sono molti i ragazzi che stanno chiedendo informazioni su quando sottoporsi alla somministrazione. “Siamo molto fiduciosi che nelle prossime settimane il numero dei più giovani vaccinati possa incrementare nel Viterbese”, commenta. Quello che preoccupa, però, è l’atteggiamento dei grandi che sinora hanno schivato la campagna. “Nelle nostre Ucp (Unità di cure primarie, ndc) condividiamo l’elenco degli assisiti non ancora vaccinati. Quando riceviamo le forniture – racconta ancora Fiore – chiamiamo, al di là di quale sia il medico curante. Ma chi sinora ha rifiutato continua a farlo. Una sacca di resistenza che temo sarà difficile convincere”.

Intanto, i medici attendono dalla Regione Lazio le indicazioni per avviare la campagna influenzale che andrà di pari passo con quella contro il Covid. “L’auspicio è che le forniture arrivino il prima possibile”, conclude.

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