“Dateci i vaccini. Non col contagocce come avviene adesso”. Michele Fiore, il segretario del sindacato di categoria (Fimmg), sprona la Regione Lazio affinché il flusso dei rifornimenti che ora devia principalmente verso i grandi centri vaccinali sia dirottato anche a favore degli ambulatori dei medici di famiglia, perché presenti capillarmente sul territorio e primo interfaccia col sistema sanitario per moltissimi cittadini. “Di noi si fidano, siamo i più vicini. Inoltre, visto che in 185 su circa 220 nella Tuscia abbiamo aderito alla campagna, il nostro può essere un intervento capillare sul territorio”, ribadisce.
Febbre da vaccino: sfondata quota 48mila prenotazioni
I numeri, del resto, al momento sono disarmanti. In questo fine settimana, appena 60 medici hanno ricevuto i vaccini: una fiala Pfizer da cui ricavare 6 dosi ciascuno. Significa che hanno potuto effettuare la somministrazione ad appena 360 pazienti. In questo caso, fanno parte delle liste di cittadini estremamente fragili, ultra80enni, che la Asl ha girato ai medici chiedendo loro di vaccinarli a domicilio. Il totale della platea è di 600 persone che entro tre giorni verranno raggiunte. La distribuzione delle dosi ha seguito il criterio della densità di popolazione, con qualcosa in più che è arrivato al distretto C rispetto agli altri.
“Finché non ho ricevuto quell’agognata fiala, consegnatami dalla Guardia di Finanza, non ho avvertito i miei 6 assistiti.
“Ne abbiamo discusso con la Asl che – sottolinea il segretario Fimmg - è sempre stata al nostro fianco. Anche a loro avviso aumentarci le forniture sarebbe uno strumento ottimale per velocizzare i tempi dell’immunizzazione. Ma tutto dipende dalla Regione a cui va il nostro appello: riservare una quota, cospicua, dei nuovi arrivi alla medicina generale, confidando in una organizzazione che funziona. Noi siamo in grado di fare milioni di vaccini, lo abbiamo dimostrato. Dateceli, eliminate la burocrazia in eccesso. RIfornite la prima linea altrimenti questa guerra non si vince”.
Nei prossimi giorni anche a Viterbo è attesa una imponente fornitura di Pfizer e, in misura minore, di AstraZeneca. Ancora non è chiaro, però, la fetta che sarà destinata ai medici di famiglia.