Vaccini, medici di famiglia contro la Regione: «Anziché alle farmacie, date più dosi a noi»

Fiore durante una vaccinazione
di Federica Lupino
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Domenica 23 Maggio 2021, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 21:36

“Siamo amareggiati, e parecchio. Ci sentiamo trattati come la ruota di scorta di questa campagna vaccinale, nonostante la disponibilità che abbiamo messo in campo”. Lo stato di agitazione dei medici di famiglia è solamente sospeso: martedì il sindaco Fimmg incontrerà nuovamente l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alesso d’Amato. Cosa deciderà poi il sindacato più rappresentativo delle categoria dipenderà dalle risposte che verranno date e, soprattutto, dalle azioni che ne conseguiranno. 

Per ora, ai medici di famiglia sono state garantite le dosi Pfizer necessarie per i richiami. Per il resto, vengono riforniti di Astrazeneca e di un’unica fiala Moderna a settimana. “È come se a noi avessero lasciato il lavoro sporco: convincere i cittadini a ricevere il farmaco anglo-svedese, sfruttando il rapporto di fiducia che ci lega ai nostri assistiti”, sottolinea Michele Fiore, il segretario della Fimmg. Non solo: c’è anche la burocrazia soffocante per cui sono i medici a dover contattare telefonicamente i pazienti affinché vadano a farsi vaccinare in ambulatorio. “Non siamo ancora stati inseriti nella rete dei centri vaccinali della Regione disponibile sul portale delle prenotazioni. La riunione prevista due settimana fa è saltata e non se ne è fatto più nulla. Questo – continua Fiore – comporta un aggravio pesante per noi medici, costretti a telefonare ai pazienti e a convincerli a vaccinarsi”.

C’è poi la questione dei vaccini in farmacia. “Una scelta che non ci convince affatto.

Perché non destinare ai medici di famiglia Johnson&Johnson? Dal 1 giugno dovrebbero arrivare anche a noi delle forniture ma ormai non ci crederemo sino a consegne fatte. Molti farmacisti – continua il segretario della Fimmg – stanno contattando medici a loro vicini per collaborare in vista delle vaccinazioni. Per noi non è accettabile visto che da mesi chiediamo più dosi e crediamo che la vaccinazione sia un atto medico da riportare nell’alveo degli studi e delle strutture ospedaliere”.

Intanto, ieri anche i medici di base hanno contribuito alle vaccinazioni straordinarie con l’iniziativa “Ucp (unità di cure primarie, ndc) aperte”. È toccato agli studi di Vetralla, Caprarole e due di Viterbo. Oggi il bis in altri ambulatori della provincia. Di pari passo procede l’open day Astrazeneca della Asl, con i ticket esauriti ieri dopo l’apertura alla fascia dai 35enni in su. Ieri poco dopo le 18 raggiunte le 3mila dosi inoculate, tra vaccinazioni ordinarie e straordinarie, per un totale di 145mila. Le prenotazioni hanno superato le 107.500. La Asl, infine, ieri ha scoperto 21 nuovi casi a fronte di 39 guariti. Un decesso: un 63enne di Caprarola, 443esima vittima della pandemia.

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