«La Cisl è convinta che il certificato verde sia fondamentale per evitare altre chiusure. È lo strumento che deve portare a misure uniformi nei luoghi di lavoro pubblici e privati, nell'ottica di tutelare la salute di tutti e, con essa, uscire dall'emergenza in cui siamo entrati nel 2020».
Fortunato Mannino, segretario del sindacato, fotografa la situazione dei vaccini tra i lavoratori del Viterbese e traccia un bilancio che è positivo. «La maggioranza ha già aderito alla campagna vaccinale. Dai nostri sondaggi tra le diverse categorie dichiara risulta che una minima parte dei dipendenti, intorno al 10%, non ha ancora effettuato nemmeno la prima dose».
Mannino chiarisce come funzionerà dal 15 ottobre al 31 dicembre: «Il possesso e l'esibizione del green pass spiega il segretario della Cisl saranno obbligatori per l'accesso a tutti i luoghi di lavoro pubblici e privati. Un obbligo che vale anche per i collaboratori con contratti esterni e coloro che sono impegnati in attività di formazione e volontariato».
Per chi non rispetterà la prescrizione, pur non essendo previste conseguenze disciplinari e pur mantenendo il posto di lavoro, scatterà da subito la sospensione della retribuzione e le assenze saranno considerate ingiustificate. In alternativa al green pass si potrà ricorrere ai tamponi la cui validità è stata allungata dalle originarie 48 ore alle attuali 72. «Alcune aziende della provincia rivela Mannino per non gravare sulle tasche dei lavoratori e non disperdere le loro capacità professionali si sono organizzate prevedendo postazioni in loco per effettuare il tampone a costo calmierato».
Test in azienda sono già stati organizzati in diverse realtà del settore lapideo e il sindacato auspica che anche la grande distribuzione segua la stessa strategia.
Un elemento che desta preoccupazione è però quello dei controlli: «Servirà buon senso affinché il certificato verde non si debba esibire tutti i giorni, almeno per quanti lo posseggono perché vaccinati», conclude Mannino.