L’Università della Tuscia in aiuto a chi non ha accesso alla tecnologia

L’Università della Tuscia in aiuto a chi non ha accesso alla tecnologia
di Carlo Maria Ponzi
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Mercoledì 25 Novembre 2020, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 10:14

Università della Tuscia: continua la “guerra” contro il digital divide, ossia il divario esistente tra chi ha accesso effettivo alle tecnologie dell’informazione e chi ne è in tutto o in parte escluso. Dopo i due bandi emessi a giugno e quindi a settembre attraverso i quali sono stati offerti alla popolazione studentesca 530 apparati informatici, ecco arrivare un terzo bando che mette a disposizione in comodato d’uso ulteriori 280 tablet.  

«La pubblicazione di questo terzo avviso – sottolinea il rettore Stefano Ubertini - rappresenta una misura concreta con cui Unitus è tornata a spendersi per sostenere i propri studenti, dopo che la seconda ondata del Covid 19 ha comportato la necessità di tornare alla didattica a distanza. Il nostro obiettivo è far sì che tutti gli studenti possano seguire al meglio le lezioni anche nell’attuale contingenza che ha imposto la momentanea sospensione delle lezioni in presenza».

«La selezione dei vincitori - spiega Andrea Genovese, docente di Diritto privato e delegato del rettore per il diritto allo studio - si svolgerà sulla base della situazione reddituale risultante dall’ISEE 2020 per il diritto allo studio universitario, con particolare riguardo per le esigenze degli studenti Dsa (disturbi specifici dell’apprendimento).

E’ previsto che i tablet possano essere utilizzati dagli studenti per l’intero corso di laurea, sia per seguire le lezioni da remoto, sia per il perseguimento delle finalità connesse, direttamente o indirettamente, allo status di studenti universitari».

Ma le apparecchiature digitali offrono altre opportunità: in primo luogo, costituiscono requisiti per l’accesso alla selezione; quindi l’iscrizione all’anno accademico 2020/2021; infine il pagamento delle tasse universitarie e il non avere già usufruito di altri dispositivi elettronici forniti dall’università o l’essere risultati vincitori di avvisi pubblici di enti locali per le stesse finalità.

«La nuova misura dimostra – afferma Genovese - il costante impegno dell’ateneo per la piena effettività del diritto allo studio”. Nonché, ribadisce il rettore, “il luogo nel quale si fa didattica e ricerca scientifica ai massimi livelli che accoglie e sostiene i propri studenti, facendo in modo che nessuno rimanga indietro».

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