Viterbo arancione da martedì ma i numeri durante la zona rossa sono peggiorati: il virus corre

Il blocco D di Belcolle
di Federica Lupino
3 Minuti di Lettura
Sabato 27 Marzo 2021, 06:30 - Ultimo aggiornamento: 15:11

Quando è scattata la zona rossa – lunedì 15 marzo – il Viterbese portava in dote 1.091 casi. La prima settimana, quella fino al 21 marzo, si è chiusa con 1.295 contagiati dei quali 449 scoppiati proprio nei primi sette giorni di regole restrittive. Ieri, all’annuncio che da martedì le maglie si allargano di nuovo per tornare in arancione, se ne contavano 1.359, di cui 293 registrati dall’inizio della seconda settimana rossa. Insomma, il paradosso è che se all’annuncio delle restrizioni i numeri erano tanto bassi da provocare una diffusa levata di scudi da parte di sindaci e mondo produttivo, ora che si torna in arancione i dati secchi sono decisamente peggiori.

Vaccini, ancora un record: 1.152 dosi in un giorno. Ma intanto il virus continua a colpire in famiglia

Dubbi sulla decisione di cambiare colore li avanzano anche i Cobas del Lavoro privato. “Di fronte ai numeri – sostiene Francesco Iacovone – è una follia tornare in arancione. Mentre la Regione fa comunicati trionfalistici sul calo dell'indice Rt, la pressione sulle terapie intensive cresce ben oltre la soglia di guardia”. Un campanello d’allarme che suona anche nel settore del commercio dove stanno aumentando le segnalazioni di lavoratori positivi. “L’ultima – denuncia Iacovone – arriva da Civita Castellana dove un dipendente si è contagiato. Parliamo di forze lavoro che non hanno mai smesso di prestare servizio, bersagliati da negazionisti e da persone con scarso senso civico, persino aggrediti.

Da Viterbo alla provincia, come nel resto della regione, ormai ci arrivano comunicazioni quotidiane. E pensare che questa categoria non è nemmeno inserita tra quelle prioritarie per le vaccinazioni. A Civita l’assurdo per cui - sottolinea - l’hub vaccinale si trova proprio dentro un centro commerciale”.

L’ultimo bollettino segnala intanto 53 nuovi positivi. Almeno la metà riguarda parenti di contagiati già noti e due minori (uno del 2005 e uno del 2009). A Tuscania il sindaco Fabio Bartolacci avverte che “i nuovi casi positivi dovranno essere considerati come variante, pertanto l'isolamento e quarantena passano dai canonici 10 giorni a 14 giorni, con effettuazione di tampone molecolare obbligatorio in uscita”.

Per i vaccini, invece, continuano le buone notizie: sono 1.091 quelli somministrati ieri, per un totale di 43.530. Soddisfazione dal sindaco di Ronciglione Mario Mengoni per la scelta della Asl di aprire il presidio del Sant’Anna 7 giorni su 7. “Una bella notizia - commenta - che ha aperto la strada ad un ulteriore punto di svolta per i cittadini: mercoledì infatti è stato effettuato un sopralluogo per individuare le aree dove sarà possibile effettuare la vaccinazione anche tramite i medici di base. Salvo diverse indicazioni, da metà della prossima settimana sarà possibile intraprendere anche questa strada per la vaccinazione”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA