I lavoratori dipendenti della provincia di Viterbo sono tra i meno pagati nel Lazio, su valori delle province del Sud. Nella speciale classifica ricchezza e reddito del rapporto benessere 2022, elaborata da ItaliaOggi con l'Università La Sapienza, solo Rieti è dietro la Tuscia. A parità di ore, la somma delle buste paga annuali di un viterbese è più leggera di 1.600 euro rispetto a chi lavora a Latina, addirittura di 2.000 su Frosinone.
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«Numeri che si commentano da soli spiega il segretario Cisl Fortunato Mannino e con delle conseguenze facili da immaginari». Quella più immediata è l'aumento della pressione sulle famiglie, sempre più alta come certificato dall'Unione nazionale consumatori; in un'indagine costruita su dati Istat nelle scorse settimane, l'associazione segnalava un boom dei prezzi di cibo e bevande, in crescita del 14,1% rispetto allo stesso mese del 2021. L'aumento della spesa alimentare è quantificabile in 785 euro a famiglia. «Se questo sia il punto più basso non lo so, ma stiamo camminando sul filo del rasoio continua Mannino - e serve un piano di rilancio del lavoro completo: basta con i rattoppi».
L'occupazione che non c'è è infatti una delle problematiche e a preoccupare di più è una delle sue distorsioni: il lavoro povero, quello che a fronte di un contratto (e molte ore) non riesce a dare garanzie per la copertura delle spese mensili. «Un fenomeno dai risvolti preoccupanti spiega Mannino - e, purtroppo, in crescita».
Il segretario della Cisl spiega come nessun settore sia al riparo dal fenomeno, per questo chiede più controlli e una sostanziale pulizia tra i contratti pirata «che hanno trasformato il mondo del lavoro in una giungla, con padri e madri di famiglia che prendono 800 euro per orari da full time». A lanciare l'allarme contro sul lavoro povero non è solo Mannino: un campanello dall'allarme era già suonato da servizi sociali, associazioni di volontariato e Caritas diocesana.
Dall'inizio della pandemia, e ancora di più nella fase di crescita dei prezzi dell'energia, la platea dei richiedenti aiuti è in via di cambiamento: tra le fasce fragili spesso rientra anche chi ha un'occupazione stabile.