Turismo e Covid, la crisi non passa: fuori dal tunnel solo nel 2022

Turismo e Covid, la crisi non passa: fuori dal tunnel solo nel 2022
di Luca Telli
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Sabato 20 Febbraio 2021, 06:35 - Ultimo aggiornamento: 19:31

Turismo, nessuna ripresa all’orizzonte. Previsioni negative per i primi sei mesi dell’anno. Strutture recettive sotto assedio, molte quelle in dubbio se riaprire o meno, non va meglio per il resto del settore.

 Appese a un filo le agenzie di viaggio, in difficoltà le guide turistiche che stanno rivivendo quanto successo la scorsa primavera con lo stop a gite di gruppo che, nella più rosea delle previsioni, si allungherà oltre il periodo pasquale quando una nuova stretta è tutto fuorché imprevista.

 Piano d’urgenza e interventi immediati chiede Confesercenti per la quale tre sono i punti i cardini per iniziare a pensare, e programmare, una ripartenza.

 «Vaccinazioni di massa per imprenditori e personale impiegati nella filiera turistica come prima cosa. Poi, in parallelo, strumenti di sostegno economico e fiscalità ridotta perché i fondi dei ristori devono essere impiegati per progettare e non per sopravvivere.  Senza questo mix di fattori non si va da nessuna parte», spiega il presidente Vicenzo Peparello.

A giustificare toni e terapia l’urgenza della situazione e la schizofrenia della curva pandemica, soggetta a oscillazioni amplificate delle nuove varianti, l’ascesa della quale potrebbe esasperare le difficoltà degli operatori di settore sui quali pesa il blocco agli spostamenti, lo spettro di nuove chiusure e, da ultimo, l’incognita di un possibile passaggio in zona arancione.

«Agire subito – aggiunge Peparello – è indispensabile per limitare i danni alla filiera.

Ripresa? È un termine abusato in questo momento, per vedere tornare il turismo a livelli pre Covid ci vorranno anni. Quello che abbiamo visto, per esempio, nell’ultimo mese d’estate è un specchietto per le allodole. Tanto movimento, poca resa e di certo insufficiente per coprire il crollo peggiore dell’ultimo ventennio».

Vertiginoso nella Tuscia come, del resto, in tutta Italia. «Il turismo straniero si è azzerato. Quello nazionale, in estate, è diminuito del 13% un po’ per paura, un po’ per mancanza di disponibilità». Percentuali che potrebbero essere confermate nel 2021. «A Bolsena, principale canale recettivo per le nazioni del Nord Europa, le previsioni non sono diverse dal 2020. Stessa musica nelle altre aree turistiche».

Se nel lungo periodo il rilancio del turismo si lega al progressivo soffocamento della pandemia. Nell’incertezza dei prossimi mesi l’unica carta, ripete Peparello, è quella di aumentare il livello di sicurezza.  «Più alziamo la soglia davanti al virus, più le nostre strutture saranno sicure, maggiori le possibilità di veder tornare i turisti».

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