Truffe e falso all'Inps, arriva la prescrizione: il processo sui favori destinato a spegnersi

Truffe e falso all'Inps, arriva la prescrizione: il processo sui favori destinato a spegnersi
2 Minuti di Lettura
Domenica 3 Gennaio 2021, 11:44 - Ultimo aggiornamento: 17:11

Inchiesta Inps, c'è tempo solo per la prescrizione. Il processo, nato dalle indagini di Finanza e Procura, si chiuderà ufficialmente a fine febbraio. Per tutti è arrivata puntuale la prescrizione.

Il procedimento che ha avuto diversi stop in fase preliminare (un gip si dichiarò incompatibile) è arrivato al dibattimento il 14 maggio scorso davanti al giudice Giacomo Autizi in piena emergenza Covid. E dopo qualche rinvio sono state ammesse solo le prove. Secondo i calcoli degli avvocati difensori, alla prossima udienza sarà emessa sentenza per prescrizione.

GLI INDAGATI
L'inchiesta nasce del 2013, quando la Guardia di finanza di Viterbo riceve segnalazioni su alcune pratiche poco cristalline eseguite negli uffici dell'Inps. Tramite indagini e intercettazioni la Procura, la titolare dell'inchiesta, sostituto procuratore Paola Conti, porta alla luce quello che definisce un sistema clientelare. E finiscono sul registro degli indagati anche noti personaggi viterbesi. Il rinvio a giudizio porta alla sbarra 15 persone. Rispondono delle accuse di truffa e falso: Mauro Patrignani, Giuseppina Sala, Massimo Mecarini e Rita Tinnirello come dipendenti Inps, l'ex sindaco di Ronciglione Massimo Sangiorgi, l'ex consigliere regionale del Pd Giuseppe Parroncini e ancora Rossella Pari, Alfredo Brizi, Manlio Padovan, Tiziana Giorgi, Andrea Filoscia, Renato Geri, Sandro Moscetti, Loretta Chiarapini e Cosimo Raona (questi ultimi come utenti che avrebbero approfittato del sistema).

IL MECCANISMO
Secondo l'accusa, i dipendenti dell'Inps avrebbero sbrigato pratiche relative a pensionamenti e non solo a prezzi di favore a personaggi importanti.

I favori elargiti sarebbero costati alle casse dello Stato 560mila euro. Il meccanismo utilizzato si sarebbe basato tutto sulle date con cui venivano registrati i documenti dei richiedenti, perché secondo la Procura più le pratiche richieste erano vecchie, meno l'utente pagava. E i richiedenti riuscivano a risparmiare diverse decine di migliaia di euro sul conto finale.

Inizialmente gli indagati erano 19, per quattro è stata richiesta e ottenuta l'archiviazione. L'udienza, davanti al giudice monocratico del Tribunale di Viterbo, è fissata per il prossimo 25 febbraio. Durante la fase preliminare, poco prima del rinvio a giudizio, si costituì parte civile l'Istituto nazionale di previdenza. E con tutta probabilità non otterrà risarcimenti dagli imputati.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA