«Viterbo terme? Si può». Ma la città resta ferma, mentre tutte le altre corrono

«Viterbo terme? Si può». Ma la città resta ferma, mentre tutte le altre corrono
di Simone Lupino
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Martedì 10 Maggio 2022, 15:06

Viterbo Terme si può. Lo dice Tiziana Governatori: «La futura amministrazione deve riflettere bene sulla grande opportunità che Viterbo diventi riconoscibile come città termale. Ma per fare questo spiega la general manager di Hotel Salus Terme - gli operatori del settore, presenti e futuri, vanno messi nelle condizioni di poter investire. Tutti devono avere la tranquillità e la certezza della risorsa». Vale a dire: adeguati quantitativi di acqua.

La campagna elettorale è entrata nel vivo e, come sempre in queste occasioni, il tema del termalismo è tra i più gettonati. Mentre però Viterbo è ancora in cerca di una formula magica, altri competitor hanno ingranato la quarta. E' il caso, ad esempio, di Montecatini, le cui terme da poco sono state proclamate Unesco insieme a quelle di altre 10 città termali d'Europa.

«E non a caso si chiamano Montecatini Terme - continua Governatori - perché hanno alle spalle una lunga tradizione storica, ma si sono sapute anche rinnovare. In Toscana da questo punto di vista sono anni luce avanti a noi. Ora hanno visto una opportunità e hanno fatto bene a coglierla. Ma anche Fiuggi, tanto per restare nel Lazio, dopo un decennio di declino sta risalendo la china molto in fretta, allargando la propria offerta ad eventi e congressi. Lì sono arrivati grossi gruppi che hanno rilevato strutture alberghiere a 4 e 5 stelle, segno che se ci sono le potenzialità gli investitori vengono sul territorio. E vedo che anche la Regione sta spingendo molto su Fiuggi, con bandi specifici».

E a Viterbo? «Viterbo risponde la manager - sta iniziando questo percorso.

Ma non bisogna perdere altro tempo. Credo che abbinare al nome di Viterbo quello delle terme sia il modo più veloce per imporre questo territorio come destinazione turistica. Le terme sono da sempre un traino per tutte le attività dell'accoglienza, e non solo. Si possono abbinare alla cultura, all'enogastronomia e tutto quello che noi possiamo raccontare di questo territorio. Questo però non significa non capire le difficoltà esistenti da un punto di vista tecnico-amministrativo. Il bacino è un sistema delicato».

Ci soni infatti delle tappe obbligate. Risolto il caso del pozzo San Valentino, la prossima è la chiusura dei pozzi alle Zitelle (14 litri di acqua al secondo dispersi nei campi). Nei giorni scorsi è arrivato il via libera della Regione ai lavori, mentre il Comune sta ultimando le analisi geofisiche. La speranza, se è vero che il bacino termale viterbese è un sistema di vasi comunicanti, è che l'acqua si ridistribuisca nel sistema a beneficio di tutti, pubblico e privati.

«Soltanto a quel punto potremo capire quanto effettivamente questo territorio è in grado di esprimere - aggiunge Governatori - in quantitativi di acqua, per poi comprendere e dare la possibilità agli investitori futuri, e a quelli già presenti di programmare, sviluppare e migliorare i propri servizi, con una ridistribuzione equa della risorsa».
 

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