Viterbo Terme si può. Lo dice Tiziana Governatori: «La futura amministrazione deve riflettere bene sulla grande opportunità che Viterbo diventi riconoscibile come città termale. Ma per fare questo spiega la general manager di Hotel Salus Terme - gli operatori del settore, presenti e futuri, vanno messi nelle condizioni di poter investire. Tutti devono avere la tranquillità e la certezza della risorsa». Vale a dire: adeguati quantitativi di acqua.
La campagna elettorale è entrata nel vivo e, come sempre in queste occasioni, il tema del termalismo è tra i più gettonati. Mentre però Viterbo è ancora in cerca di una formula magica, altri competitor hanno ingranato la quarta. E' il caso, ad esempio, di Montecatini, le cui terme da poco sono state proclamate Unesco insieme a quelle di altre 10 città termali d'Europa.
«E non a caso si chiamano Montecatini Terme - continua Governatori - perché hanno alle spalle una lunga tradizione storica, ma si sono sapute anche rinnovare. In Toscana da questo punto di vista sono anni luce avanti a noi. Ora hanno visto una opportunità e hanno fatto bene a coglierla. Ma anche Fiuggi, tanto per restare nel Lazio, dopo un decennio di declino sta risalendo la china molto in fretta, allargando la propria offerta ad eventi e congressi. Lì sono arrivati grossi gruppi che hanno rilevato strutture alberghiere a 4 e 5 stelle, segno che se ci sono le potenzialità gli investitori vengono sul territorio. E vedo che anche la Regione sta spingendo molto su Fiuggi, con bandi specifici».
E a Viterbo? «Viterbo risponde la manager - sta iniziando questo percorso.
Ci soni infatti delle tappe obbligate. Risolto il caso del pozzo San Valentino, la prossima è la chiusura dei pozzi alle Zitelle (14 litri di acqua al secondo dispersi nei campi). Nei giorni scorsi è arrivato il via libera della Regione ai lavori, mentre il Comune sta ultimando le analisi geofisiche. La speranza, se è vero che il bacino termale viterbese è un sistema di vasi comunicanti, è che l'acqua si ridistribuisca nel sistema a beneficio di tutti, pubblico e privati.
«Soltanto a quel punto potremo capire quanto effettivamente questo territorio è in grado di esprimere - aggiunge Governatori - in quantitativi di acqua, per poi comprendere e dare la possibilità agli investitori futuri, e a quelli già presenti di programmare, sviluppare e migliorare i propri servizi, con una ridistribuzione equa della risorsa».
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