Appesi alle Zitelle. Che avrebbero dovuto essere chiuse – secondo gli annunci – già da mesi. Per sperare di ottenere tutta l’acqua di cui hanno bisogno per funzionare bene, le Terme dei Papi devono aspettare che venga messa la parola fine sulla dispersione nei campi che va avanti da anni e anni. La convenzione approvata in consiglio comunale il 29 luglio parla di appena 19 litri al secondo, contro i 35 necessari, «ma io ancora non l’ho avuta», assicura il patron dello stabilimento comunale, Fausto Sensi.
Per il momento dunque, niente firma. Novità all’orizzonte Sensi non ne vede. «Non ho documentazione a cui far riferimento – dice – e poi ci sono state le ferie e la giunta azzerata. Avevo parlato con sindaco e assessore a fine luglio, il Comune dovrà riconoscere che ci servirà l’acqua necessaria per far funzionare le Terme dei Papi in maniera decente. Lo stabilimento questo mese avrà bisogno di ripartire in maniera consistente».
Nel corso dell’ultimo incontro «mi avevano assicurato che la chiusura delle Zitelle avrebbe aiutato a risolvere tutti i problemi. Avevano detto che le avrebbero chiuse prima entro giugno, poi entro luglio – continua - ma ancora non è stato fatto.
E la convenzione da firmare? Se ne discute da mesi: prima gli scontri in commissione, poi il congelamento, quindi l’approvazione a fine luglio in consiglio comunale. «Ma a me non hanno dato niente, cosa firmo? Ci sono solo voci. Aspetto notizie positive: basta che facciano quello che hanno promesso di voler fare. Ma ufficialmente non ho nulla». Ora è il momento di correre. «Abbiamo urgenza di ripartire – conclude il patron delle Terme dei Papi - ma sono fiducioso. Sarebbe sciocco far funzionare lo stabilimento, che è del Comune, con il freno a mano tirato. Se non sarà così avremo vanificato tutti i nostri sforzi».
Ovvero lavori per due milioni di euro già effettuati e tre ancora da spendere.