Il programma di Quartieri dell’Arte ai tempi del virus: «Spazio a nuove drammaturgie»

Gian Maria Cervo
di Carlo Maria Ponzi
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Martedì 1 Settembre 2020, 10:16 - Ultimo aggiornamento: 10:51
«Il nostro Festival è un laboratorio dove spesso le idee si sviluppano sul campo, rispondendo al luogo in cui avvengono. Lo spettro dell’emergenza Covid-19 ha aggiunto una dimensione nuova ai nostri luoghi e ci ha invitato a rivedere i bilanci interni delle drammaturgie, alleggerendole da alcune parti e appesantendole in altre».

Così il drammaturgo Gian Maria Cervo, nel suo ruolo di direttore artistico, annuncia gli eventi della XXIV edizione di Quartieri dell’arte, in programma dal 2 settembre al 5 novembre tra il capoluogo, Bagnaia, Bassano Romano, Bomarzo, Carbognano, Tuscania.

Il filo rosso degli appuntamenti è caratterizzato dalle «drammaturgie barocche – afferma Cervo - su fatti e figure dell’epoca e/o contemporanee, con l’apparizione di personaggi caravaggeschi come lo stesso Merisi, Cecco Boneri e Artemisia Gentileschi, accostati a figure che li hanno preceduti o che sono loro succedute, da Giulia Farnese a Ipazia, da Santa Caterina ai fratelli Veber, da Sebastiano del Piombo a Alejandro Moreno, protagonista della stagione che produsse anche i capolavori di Sarah Kane».

Ma l’evento di punta di QdA trova luogo nella ex-chiesa degli Almadiani dove, dal 2 settembre (prima assoluta) al 15 ottobre, è allestita la mostra-installazione-performance “Vago Fiore: Ri-immaginando il Trasporto della Macchina di Santa Rosa del 1690”, con l’impianto visivo e i disegni di  Francesco De Grandi, la drammaturgia del tappeto vocale-sonoro dello stesso Cervo, la cura di Loredana Parrella e Marcello Carriero.

«Il progetto – spiega Cervo – è un omaggio ai viterbesi e alla festività a loro più cara. De Grandi, esponente di spicco della scuola palermitana contemporanea, ha realizzato 9 disegni per consentire al pubblico un’esperienza connessa al passato remoto della Macchina e della Festa».

La rappresentazione riproduce alcuni momenti del Trasporto del 1690, immaginando un corteo grafico ideale che riassumesse in sé gli elementi distintivi della festa, collocato all’interno di un’installazione che rappresenta la versione postmoderna di una biblioteca rinascimentale o barocca.

Hanno contribuito al sonoro di “Vago Fiore”, tra gli altri,  Michela Andreozzi, Alfonso Antoniozzi, Raffaele Ascenzi, Alessio Boni, Cervo, Monica Nappo,  Loredana Parrella,  Antonio Piccolo, Claudio Santamaria, Francesco Scianna, Massimiliano Vado, Marco Vallarino. Info: www.quartieridellarte.it
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