Trasversale, l'Ance ci crede: «Commissario passo in avanti, dopo 40 anni vediamo la fine»

Trasversale, l'Ance ci crede: «Commissario passo in avanti, dopo 40 anni vediamo la fine»
di Luca Telli
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Venerdì 22 Gennaio 2021, 11:21 - Ultimo aggiornamento: 15:17

Parla di «passo in avanti decisivo», di «uscita dall’isolamento e lavoro» e di «soddisfazione non da poco» l’Ance di Viterbo (costruttori edili) dopo la nomina del commissario straordinario per il completamento dell’ultimo tratto della Orte Civitavecchia, ma aspetta a cantare vittoria.

Il punto interrogativo infatti non è di poco conto «dobbiamo capire quali siano i suoi reali poteri perché a oggi ancora non lo sappiamo fino in fondo». Se cioè abbia o meno la capacità di superare lo scoglio di un’eventuale bocciatura del tracciato verde da parte del Tar, l’udienza decisiva davanti al quale è fissata per il prossimo 26 maggio.

 Il timore di Ance e del suo delegato alle infrastrutture, Fabio Belli, è infatti quello di trovarsi di fronte a un nuovo impasse e all’ennesimo rinvio dell’opera più tribolata della provincia. Pure se una rassicurazione sulla realizzazione degli ultimi 18 km da Monte Romano fino a Tarquinia viene, per l’associazione dei costruttori edili, dal nome del commissario scelto dal governo.

 «Ilaria Coppa è la persona più qualificata e adatta – aggiunge Belli - .È stata la responsabile del procedimento dell’ultimo progetto preliminare. Conosce ogni aspetto e tutte le criticità che sono emerse in questi anni. Abbiamo la massima fiducia». Ma sulla data è impossibile per ora sbilanciarsi.  «Senza il ricorso l’autunno di quest’anno sarebbe stato un orizzonte verosimile – continua Belli -.

Aspettiamo i prossimi mesi, ma quello che è importante è che finalmente, dopo 40 anni, esiste una possibilità concreta che l’opera venga portata a termine».

 Il rischio di dovere aspettare ancora un anno è comunque reale: sia nel caso in cui il Tar decidesse per un adeguamento del progetto verde, il più conveniente e fattibile ha più volte sottolineato Ance, sia che il commissario riuscisse a bloccare i ricorsi, le associazioni ambientaliste e il Comune di Tarquinia che hanno messo nel 2018 il veto al progetto difficilmente resteranno a guardare rilanciando la richiesta di un tracciato alternativo.

Ipotesi sul quale il pensiero di Belli è netto. «Credo che la nostra provincia abbia già atteso abbastanza.  L’impatto economico generato dal completamento della trasversale poi sarebbe importante. Per decine di aziende in crisi nel mezzo di una pandemia sarebbe la salvezza».

 Un investimento di 467 milioni di euro (conto stimato sul tracciato verde) «capace di movimentare tra le 350 e le 440 persone per almeno quattro anni – spiega Belli –. Numeri che rappresentano solo l’ultimo tassello di una filiera lunghissima. Ma non è tutto, c’è anche un discorso sicurezza: sono centinaia al giorno i tir che transitano sull’Aurelia bis, specialmente in estate quando il traffico sull’arteria si concentra un problema esiste. Lavoreremo a fianco del commissario per trovare una soluzione».

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