Osservazioni discarica, altra chance sprecata. Monterazzano, strada spianata al quarto invaso

Osservazioni discarica, altra chance sprecata. Monterazzano, strada spianata al quarto invaso
di Simone Lupino
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Mercoledì 8 Marzo 2023, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 18:24

Strada spianata o quasi alla realizzazione del quarto invaso presso la discarica di Monterazzano. Il 25 febbraio si è chiusa la seconda consultazione pubblica nell’ambito della procedura di Via. Anche stavolta nulla da eccepire da parte del territorio. Nessuno ha presentato osservazioni. Un'altra occasione persa. Si va quindi verso la fase conclusiva dell’iter. Il prossimo passo sarà la convocazione della conferenza dei servizi, in cui a esprimersi saranno gli enti. Dopodiché, entro 90 giorni, una decisione verrà presa.

Parliamo dei 960mila metri cubi di spazio in più richiesti da Ecologia Viterbo.

La discarica come ormai sanno tutti si sta esaurendo molto prima del previsto a causa dei conferimenti extra dalla città di Roma e dal resto del Lazio. Vista l’emergenza, meno di due anni fa venne autorizzata la sopraelevazione del terzo invaso, quello attualmente in uso, per una volumetria aggiuntiva di 600mila metri cubi. Già consumata.

La consultazione pubblica rappresentava il momento in cui semplici cittadini, associazioni, comitati ma anche i consigli comunali di Viterbo e provincia (la discarica serve tutta la Tuscia) potevano far sentire la propria voce. I viterbesi hanno avuto un mese di tempo a disposizione, tra ottobre e novembre. E poi altri 15 giorni, a febbraio, a seguito della presentazione da parte di Ecologia di altra documentazione, in risposta a chiarimenti chiesti da Arpa.
Un milione di metri cubi di rifiuti, zero osservazioni: non si può dire che la Tuscia sia “ostile” al progetto. E’ davvero così come sembra? Di sicuro nessuna amministrazione, partito, associazione o esponente politico - tutti più al dentro delle procedure e che a turno abbiamo visto manifestare ai cancelli di Monterazzano o esprimere posizioni nettamente contrarie all’ampliamento - ha sentito la necessità di intervenire in proprio o di stimolare i cittadini o di coinvolgerli rispetto alla possibilità di inviare osservazioni su un tema tanto caldo.

Chi governa palazzo dei Priori, ad esempio, ha detto che sui temi ambientali il capoluogo vuole svolgere un ruolo di guida per il territorio. Per il deposito delle scorie nucleari è stato convocato un consiglio straordinario. Perché per Monterazzano no? Perché non è stato organizzato un incontro pubblico per illustrare il progetto ai viterbesi? Sulla base di quali presupposti si sente parlare ancora di possibili ricorsi amministrativi in tema di discarica e conferimenti, se poi, quando le procedure offrono l’opportunità di intervenire, tutti tacciono?

Frontini, come Arena a suo tempo, ha tenuto per sé la delega all’Ambiente. Sul quarto invaso la sindaca ha detto che il Comune si farà sentire al momento opportuno, in conferenza dei servizi, “quando tutte le carte saranno in fila”. Posizione legittima, ma difficile da comprendere. E’ da agosto che gli enti hanno a disposizione le carte del progetto. E a differenza di altri - vedi Arpa, per le sue competenze - palazzo dei Priori non ha fatto richiesta di integrazioni documentali. Arrivati a questo punto, cosa altro attendere?

Il problema, si capisce, non è tanto l’ampliamento in sé. Quanto che Viterbo continui a essere usata come discarica del Lazio. L’ipotesi al momento più concreta. Le altre province sul fronte dello smaltimento dei rifiuti stanno ancora all’anno zero e Roma, se va bene, vedrà l’inceneritore pronto non prima di tre anni. Dal canto suo, il neo governatore del Lazio, Francesco Rocca, ha annunciato l’intenzione di opporsi all’ampliamento di Monterazzano e di voler rivedere il piano dei rifiuti. Ma bisognerà vedere come dalla campagna elettorale questa dichiarazione si calerà nel procedimento di Via in corso. Per assurdo, la Tuscia, sempre virtuosa nella gestione dei rifiuti, rischia di trovarsi a breve a dover cercare fuori provincia un’altra discarica. Con aggravio della Tari. Mentre dalle parti della Provincia, ancora tutto tace.

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