Perseguitò l'ex fidanzata di vent'anni più giovane, condanna definitiva per lo chef di Capodimonte

Aula
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Venerdì 10 Giugno 2022, 06:50

Cassonetti in fiamme, droga nascosta nell’auto, minacce di morte e insulti. La Cassazione scrive la parola fine sul procedimento per stalking a carico dello chef di Capodimonte Pierluigi Canuzzi. La Suprema Corte ha infatti confermato la sentenza di primo e secondo grado: 5 anni e 8 mesi di carcere e il risarcimento per la ragazza e suo padre, parti civili assistiti dall’avvocato Giovanni Labate.

A portare lo chef in Tribunale quasi dieci anni fa è la sua ex fidanzata vittima di atti persecutori. Canuzzi nel 2008 inizia una relazione con una ragazza minorenne di Bagnoregio. E’ una sua allieva della scuola alberghiera. Se ne innamora perdutamente. La ragazza, di 20 anni più giovane, nel 2014 però lo lascia. E lo chef perde completamente la testa. Quello che riesce a fare in pochissimo tempo per gli inquirenti è quasi assurdo. Comincia col tartassarla di messaggi e telefonate per poi passare a “maniere” più pesanti. Intimidazioni (tutte agli atti del processo) per nulla velate: «Torna con me o metto i tuoi video porno sul web».

Il silenzio della ragazza spinge Canuzzi ad andare avanti. La notte di Natale del 2014 vengono dati alle fiamme i cassonetti dei rifiuti sotto la sua casa. La ventenne impaurita e convinta che ad appiccare l’incendio sia stato lo chef si rivolge ai carabinieri di Bagnoregio.

Ma la situazione si complica. La persecuzione, com’è stata definita in aula dalla stessa vittima, continua per mesi. Le minacce di morte non si contano più e la famiglia di Bagnoregio ricorre prima alla sicurezza privata istallando dispositivo e poi ancora alle forze dell’ordine. Canuzzi è arrivato perfino a inviare foto di attrici porno nude, con sopra la faccia della sua ex al padre, minacciando di pubblicarle.

I genitori per salvare la figlia decidono di farla trasferire in Toscana. La ragazza va a Firenze per tre mesi. In quei novanta giorni lo chef pianifica l’ultimo colpo. Quello che al rientro della ragazza lo spingerà per la prima volta dietro le sbarre. Lo chef spiffera ai carabinieri che la giovane è una narcotrafficante che si rifornisce a Roma e spaccia tra il Lazio e la Toscana. Prima della soffiata riesce a nascondere qualche grammo di cocaina nell’auto della vittima, forzando la serratura.

I carabinieri però in poche mosse scoprono tutto e lo chef finisce dritto agli arresti. Arresti ai domiciliari che durano solamente 5 mesi. Ora la pesante condanna, a 5 anni e 8 mesi, gli costerà anni di reclusione.

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