Conti dipinge un quadro che non è molto diverso da quello di altre categorie in prima linea nel contrasto al coronavirus. «Mi preme far comprendere – scrive - quanto sia duro l’impegno di chi è in mezzo alla gente, va nelle case, riceve pubblico tutti i giorni, cerca di coordinare le associazioni di volontariato e il terzo settore, di frenare chi si porta un po’ troppo avanti». Anche loro «assicurano attenzione a tutti ed entrano in contatto con utenti a volte malati o aggressivi, spesso riutilizzando più volte quei pochi dispositivi di protezione personale disponibili, per colpa di nessuno».
Operativi in questo periodo h24, sette giorni su sette, hanno organizzato anche la distribuzione dei buoni spesa. «Siamo quelli che spesso devono fare il “lavoro sporco” – continua Conti - perché siamo il collegamento fra le fasce più sensibili e a volte emarginate della popolazione e le istituzioni». In certi casi è merito proprio dei servizi sociali se «un forte disagio sociale non esplode: è grazie all’opera poco visibile di migliaia di colleghi».
Da queste premesse la richiesta di riconoscimento. La speranza del coordinatore del settore è che «a livelli superiori possa essere percepita la nostra funzione». La decisione di scrivere a Mattarella, Conte e Zingaretti è arrivata guardando «le colleghe affannate dietro le loro mascherine e incollate al telefono, alcune intente a preparare i buoni per i generi alimentari da distribuire alla cittadinanza. Allora ho pensato che era importante sollecitare un riconoscimento per tanti colleghi: non una medaglia – conclude - ma la presa di coscienza delle difficoltà che si riscontrano anche in tempi normali».
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