"Il gioco è una cosa seria", un progetto dedicato alla crescita culturale dei bambini

Il commissario Antonella Scolamiero, al centro, accanto agli altri promotori del progetto
di Diego Galli
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Mercoledì 16 Febbraio 2022, 00:05

“Un insieme di attività educative dedicate ai bambini tra i sei e i 13 anni, basato su un modello educativo innovativo”. È questa la sostanza del progetto “Il gioco è una cosa seria”, presentato a Palazzo dei Priori di Viterbo che coinvolgerà gli istituti comprensivi Ellera, Fantappié, Fratelli Agosti e Cassino III. Il progetto, sviluppato e ideato in sinergia tra la associazioni Juppiter, Cooperativa Exodus Cassino, Associazione Mecenate 90 e Associazione per l’Ecomuseo Casilino, è risultato vincitore del bando regionale “Non uno di meno”, assicurandosi il finanziamento di un milione di euro. 

“Aiuterà a diminuire le disuguaglianze e fragilità accentuate dal periodo di pandemia”, come sottolineato dall’assessore regionale Alessandra Troncarelli. Cuore del piano, lo sviluppo di “biblioteche viventi” all’esterno dei plessi scolastici coinvolti, dove i bambini potranno apprendere di più sulla cultura di comunità e dove i soggetti fragili potranno trovare aiuto. “La prima scuola – ha dichiarato Salvatore Regoli, di Juppiter – sarà realizzata al Pilastro, nella casa delle arti del comune di Viterbo e i primi eventi si terranno in primavera, coinvolgendo anche il centro storico della città”.

Accanto a Regoli e ai rappresentanti delle scuole e delle associazioni, alcuni collegati in streaming, anche il commissario Antonella Scolamiero e il sub-commissario Stefania Galella, che ha voluto sottolineare la grande importanza del progetto per la comunità di Viterbo.

Alla “Scuola del gioco”, come è stata più volte definita, saranno approfondite tematiche quali bullismo e violenza, l’ecologia e la riscoperta delle proprie radici, sempre attraverso modalità di apprendimento basate sulla partecipazione, la scoperta e l’esperienza diretta.

“Il gioco è una cosa seria sarà un’ottima occasione per il nostro comune e per i ragazzi coinvolti – ha concluso Scolamiero – Un progetto utile ai giovani per riprendersi gli spazi che possedevano prima del covid e che non mancherà di coinvolgere i loro genitori”.

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