Schenardi, 7 mesi dopo qualcosa si muove: il caffè storico verso la riapertura

Schenardi, 7 mesi dopo qualcosa si muove: il caffè storico verso la riapertura
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Sabato 11 Luglio 2020, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 18:23
Schenardi verso la riapertura. Sette mesi dopo la fine dell’esperienza targata Urbano Salvatori, al timone del caffè storico per un anno e mezzo, qualcosa si muove. La trattativa per l’acquisto delle mura del locale sarebbe infatti in dirittura d’arrivo. Anzi, secondo alcuni sarebbe già tutto nero su bianco tanto che nei giorni scorsi sarebbero partiti i primi sopralluoghi. Il gruppo pronto a riaccendere le luci, legato a un’imprenditrice viterbese del settore della moda.

Tempi di apertura ancora incerti: si parla dall’autunno inoltrato fino ai primi giorni della primavera 2021. Così come incerta è la destinazione finale del locale che potrebbe non seguire del tutto la vocazione naturale di caffè storico, trasformato in bistrot, in atelier o in un melting pot che contenga entrambe le anime in un vestito tutto nuovo.

A incidere sull’orizzonte temporale gli interventi alla struttura, con alcune criticità già note legata all’usura degli anni e ‘ripezzamenti’ non sempre risolutivi. A denunciare lo stato di fragilità dello stabile, che poggia su fondamenta secolari, non era stato solo Urbano Salvatori ma anche le gestioni che lo avevano preceduto con poca fortuna. Cattiva sorte che è stato il ritornello a cui i viterbesi hanno dovuto fare l’abitudine.

Negli ultimi anni infatti la storia di Schenardi è stata scritta da imprenditori che hanno dovuto tirare i remi in barca anzi tempo. L'ultimo, prima di Salvatori, era stato Primo Panaccia (alla seconda gestione, la prima aveva attraversato più di un decennio) che nel giugno del 2017 aveva tirato giù la saracinesca sbattendo la porta contro il Comune (guidato allora da Leonardo Michelini), colpevole di aver tradito la promessa di una collaborazione per il rilancio del caffè storico.

Ma stavolta il finale potrebbe essere diverso e la fortuna strizzare l’occhio alla nuova avventura. Con una gestione proprietaria delle mura infatti verrebbe meno quel capitolo di spesa, l’affitto, che è stato determinante nel contribuire alla resa delle passate stagioni. Troppo alto e da sommare ai costi di personale, utenze, manutenzione ordinaria e straordinaria.

Problema che Schenardi condivide con molte alte attività in centro, colpite dal caro affitto e da proprietari dei locali, in parte, poco inclini alle esigenze degli imprenditori, sordi al cambiamento del mercato e alla differente capacità di spesa dei clienti.
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