Santa Rosa, ecco come sarà la nuova “Gloria”. Ascenzi: «Ci abbiamo lavorato in segreto»

Santa Rosa, ecco come sarà la nuova “Gloria”. Ascenzi: «Ci abbiamo lavorato in segreto»
di Massimo Chiaravalli
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Martedì 6 Luglio 2021, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 11:13

«Oggi desidero svelarvi un’idea che probabilmente non vedrà mai la completa realizzazione». Ma che indica come sarà la nuova Gloria al prossimo Trasporto, che «vorrei fosse ricordato come il giorno della rinascita». Con un post su Facebook, l'ideatore della Macchina di Santa Rosa, Raffaele Ascenzi, rivela molti dei dettagli di come vorrebbe che fosse l'ultimo passaggio della sua struttura.

L'incipit è un augurio: «Torneremo presto a vivere e sognare... Ci abbracceremo di nuovo per condividere una gioia e il piacere sarà ancora più intenso». E poi via con immagini, video e lavoro, con tutta la spiegazione. «Non so ancora se il 3 settembre vedremo ancora una volta Gloria - dice Ascenzi - ma se le condizioni fossero favorevoli e si riuscisse a trovare una soluzione per rendere fattibile in piena sicurezza il Trasporto, vorrei che fosse ricordato come il giorno della rinascita e della speranza».

E quindi ecco la sorpresa. «Oggi desidero svelarvi un’idea che probabilmente non vedrà mai la completa realizzazione - spiega l'ideatore, che ha taggato tutta la squadra del costruttore Vincenzo Fiorillo - ma che mi ha regalato forti emozioni e per questo vorrei ringraziare tutti coloro che hanno partecipato alle prime fasi di studio, partendo dal maestro Michele Telari, che oltre ad avere una eccezionale tecnica pittorica, è soprattutto un amico e un grande studioso della nostra tradizione».

Il lavoro è iniziato prima che scoppiasse la pandemia. «Abbiamo lavorato in gran segreto al termine dell’ultimo Trasporto e ancora non sapevamo nulla di ciò che a breve sarebbe successo.

Grazie anche alla famiglia Fiorillo per aver messo a disposizione ogni mezzo e per aver sposato con entusiasmo l’idea di trasformare Gloria per quello che sarebbe stato il suo ultimo passaggio».

Ascenzi non poteva chiudere la comunicazione come un vero Facchino - lo è stato per anni - prima ancora che come ideatore: «Viva Santa Rosa! Sempre».

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