Ci sono tutti gli ingredienti: le ambulanze dei volontari, quelle dei privati, i dipendenti, le automediche pronte a raccordarsi con gli altri mezzi, l’eliambulanza. Tutte predisposte per intervenire a seconda dei livelli dell’emergenza. Insomma: niente ambulanze private “a spot”, per dirla in gergo, come quelle pronte a intervenire a pioggia su Roma quando i pronto soccorso della Capitale collassano; niente barelle del 118 “sequestrate” nelle corsie dei Dea (Dipartimenti d’emergenza e accettazione).
Ma ottimizzazione delle risorse (l’intervento di un equipaggio di volontari costa in media una settantina di euro), con una prima risposta immediata e la cure successive affidate ai camici bianchi e agli infermieri dell’Ares e della Asl. Gran parte dei medici e anestesisti in servizio sulle ambulanze sono gli stessi che poi su lavorano a Belcolle.
Si parlerà anche di questo nella riunione di oggi pomeriggio alle 15 in Regione: sono stati convocati i direttori generali e sanitari e i responsabili dei pronto soccorso e del 118 delle province di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo. Tutto ciò «al fine di contrastare il sovraffollamento dei ps/dea e di definire misure per superare le criticità evidenziate». Eppure per il “modello Viterbo”, anziché un plauso, si prospetta una pillola amara. Già contenuta nel decreto 480 firmato il 6 dicembre 2013 da Zingaretti sulla «Definitiva adozione dei programmi operativi 2013-2015 a salvaguardia degli obiettivi strategici di rientro dai disavanzi della Regione».
In pratica si prospetta l’accorpamento delle centrali operative 118 di Viterbo e Rieti. E l’Ipotesi più accreditata è proprio quella che a traslocare sia la sala operativa di viale Raniero Capocci, alla volta della Sabina. Insomma, il “modello Viterbo” sarebbe rivisto da capo e messo in discussione e, con non poche difficoltà logistiche, da parte del personale sanitario di Viterbo.
Una rivoluzione a metà, per dirla tutta. Visto che l’Unione europea dal 2009 caldeggia l’istituzione di una centrale unica “112” che raccolga le chiamate a tutte le forze dell’ordine e del soccorso (l’Italia paga milioni di euro di multa da allora per non avere rispettato l’impegno) e anche il Lazio presto dovrà adeguarsi.
Dunque creare ora ex-novo nuove centrali operative (nel piano c’è pure l’accorpamento di Frosinone-Latina) che poi andranno a frapporsi con il 112 unico, rischia d’essere non solo dispendioso, ma inutile.
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