Ristoranti, lo spettro del virus in autunno. «Se torna chiudiamo»

Ristoranti, lo spettro del virus in autunno. «Se torna chiudiamo»
di Luca Telli
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Domenica 13 Settembre 2020, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 14 Settembre, 10:26
Lo spauracchio si chiama autunno. Agosto, con un aumento del fatturato medio - rispetto allo stesso mese del 2019 - compreso tra il 20 e il 30%, è un salvagente che però perde aria da un foro e si affloscia con il passare dei giorni. Perché con la tassazione che non si è fermata, ci sono tre mesi di lavoro perso e un dubbio che dell'impalpabile ha sempre meno, legato alla ripresa dell'epidemia. E ai tanti punti che rischiano di mandare in crisi il settore della ristorazione.
Per Confcommercio sono circa 600mila le imprese in Italia che potrebbero collassare nel caso di una nuova avanzata del Covid-19. Le cicatrici del virus viste finora, di conseguenza, solo un'avvisaglia. Una verità che i ristoratori conoscono bene, consapevoli di aver sperimentato solo parzialmente gli effetti del distanziamento sociale l'ossatura del quale si struttura intorno alla riduzione dei coperti che rende, di più, la turnazione difficoltosa.
«I mesi estivi e la possibilità di usare uno spazio esterno ci hanno dato una mano. Ma se i contagi dovessero aumentare e le misure confermate, se non inasprite, in pochi si salveranno», prevede il ristoratore Stefano Achilli dell'hosteria Olio di Oliva in via San Lorenzo. Achilli come altri in centro ha «il permesso per l'occupazione del suolo pubblico fino al 31 ottobre, quindi speriamo nel meteo e nel turismo di prossimità visto che quello del nord Europa, forte in autunno, mancherà del tutto».
L'avvio di settembre, poi, non è stato confortante. «Ci aspettavamo una flessione, ma non così forte spiega Giuliano Proietti, titolare dei Tre Re a piazza delle Erbe - e se la fiducia non deve mancare mai, non dobbiamo perdere il polso della realtà: abbiamo davanti mesi difficili». Per le imprese (soprattutto quelle che possono contare una superficie ridotta), per il lavoro e per le famiglie. «Ci stiamo preparando per garantire il più alto livello di sicurezza ai nostri clienti e al personale di sala e cucina spiega Michele Schirripa, del ristorante Lab di piazza del Teatro perchè gli spazi subiranno delle modifiche, ci lavoriamo da settimane».
Risposte alle tante perplessità e timori degli operatori che, se arrivano dalle aziende, restano fragili da Roma. «Al momento non c'è ancora un piano serio, ma molta confusione e rimpalli di responsabilità spiega Fortunato Mannino, segretario provinciale della Cisl - e bisogna prendere in considerazione la possibilità che alcuni scenari visti nei mesi primaverili potrebbero ripetersi. Il rischio è di vedere schizzare il numero dei licenziamenti e delle famiglie in difficoltà. L'assistenzialismo? Non si vive solo di sussidi, va raccolta e rilanciata la sfida del mercato».
 
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