Rapina alla gioielleria Bracci, definitiva la condanna per Ignazio Salone. L’ex camorrista dovrà scontare 8 anni e 8 mesi di reclusione. L’imputato aveva presentato ricorso in Cassazione. Ricorso basato sulla girandola di avvocati nominati all’ultimo minuto.
Ovviamente la Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la condanna a 8 anni e 8 mesi inflitta in primo grado il 5 novembre 2018. Il 13 marzo dello stesso anno, all’ora di pranzo, due coppie di esperti rapinatori - i coniugi Salone e i coniugi Grancea - entrarono nel negozio di preziosi di via del Corso. Gli uomini armati di pistola dentro a razziare la gioielleria, le donne fuori a fare da palo.
A organizzare il colpo, come è stato scoperto solo mesi dopo, sarebbe stato il boss di mafia viterbese Giuseppe Trovato con la complicità dell’imprenditore Antonio Loria. Sarebbero stati loro ad “arruolare” l’esperto dei colpi.
Nonostante l’esperienza di Salone, quel 13 marzo, nel negozio a Corso Italia, qualcosa va storto. Pistola alla mano i rapinatori intimano a tutti di sdraiarsi a terra. E mentre trafugano soldi e gioielli immobilizzano un dipendente con lo scotch ai polsi. Il proprietario, approfittando di un attimo di distrazione, estrae la pistola e spara colpi in aria. Salone tenta di rispondere al fuoco ma la pistola si inceppa. Preso dalla rabbia colpisce il proprietario nel tentativo di disarmarlo.
I 4 si danno alla fuga, ma vengono arrestati il giorno dopo a Montalto di Castro. I rapinatori sono tutti dietro le sbarre. Per i due mandanti invece il processo deve ancora iniziare.