Tela sulla corruzione, Paternesi: «Non voglio la politica a contatto con la mia arte»

Il complesso di Santa Maria della Quercia, dove avrebbe dovuto tenersi la mostra
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Domenica 10 Aprile 2022, 05:55 - Ultimo aggiornamento: 20:29

Un iperrealismo che fa paura. La tela che raffigura la corruzione del mastro Alessio Paternesi ha fatto salire i brividi a qualcuno. E il solo nominarla ha scatenato gli animi.

A Viterbo è sacrilego raffigurare la corruzione, annullata la mostra con le opere di Paternesi

«E pensare che io avevo giurato di non voler più far mostre a Viterbo - afferma il mastro -. Poi tre splendidi artisti sono venuti a trovarmi e mi sono lasciato convincere». La collettiva che avrebbe dovuto tenersi al complesso monumentale di Santa Maria della Quercia sarebbe stata annullata proprio per quella tela. Una tela sulla corruzione ispirata da un verso della divina commedia che però non sarebbe stata affatto gradita dalla direzione del complesso e dalla proloco, che avrebbero chiesto di ritirarla. Ma sul punto i responsabili hanno preferito non parlare. Giudicata non appropriata al luogo e al contesto.

«Nella vita mi hanno anche chiamato sporco comunista - dice ancora il maestro Paternesi - ma io sono un antifascista che da sempre è stato lontano dalla politica. Mai fatta, fortunatamente. E non volevo che la politica entrasse in contatto con la mia arte». Per la collettiva, organizzata dal gruppo d’arte “Incontriamo il nostro tempo” fondato nel 2003 e formato da: Luigi Fondi, Paolo Crucili e Riccardo Sanna, Paternesi avrebbe dovuto esporre 7 opere.

«Tutte ispirate - afferma ancora - dai luoghi viterbesi della Divina Commedia. E per l’occasione questo quadro sulla corruzione, che era stato già esposto e ho fatto in tre versioni. Una è stata anche acquistata da un dottore di Viterbo. Questa ultima versione, proprio per celebrare l’anniversario dantesco, è stata resa ancor più realistica. Eh sì mi sono ispirato a personaggi viterbesi con cui purtroppo nella mia lunga carriera ho avuto a che fare. Personaggi di cui non ho remore a parlare e raccontare». L’arte scava e prende spunto dalla vita, dalle esperienze.

«Quando Luigi Fondi, Paolo Crucili e Riccardo Sanna sono arrivati a casa - aggiunge l'artista - e mi hanno proposto questa mostra per ore ho continuato a dire di no. Poi mi sono lasciato convincere. Dicevano: devi esserci anche tu, quando io ripetevo che a Viterbo non volevo fare più nulla. E poi la settimana scorsa, col catalogo pronto e stampato, sono tornati per dirmi che la mostra non si faceva più. Mi hanno spiegato che gli era stato detto che il quadro sulla corruzione non andava bene che non poteva essere esposto in quel luogo. Così loro tre, che si sono rivelati veri amici, hanno deciso di non fare più niente. Hanno detto che se non fosse stato presente il quadro loro non sarebbero stati presenti. E questo dopo aver pulito e organizzato tutto. La mostra doveva essere proprio oggi. E’ stato un bel gesto».

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