Si presenteranno in 738 per eleggere 12 consiglieri e il timoniere dell’ente di via Saffi. Nessuno ha il posto assicurato: anche i due candidati alla presidenza della Provincia – Alessandro Romoli per Pd e Forza Italia, Alessandro Giulivi per il resto del centrodestra - per avere uno scranno a palazzo Gentili dovranno guadagnarsi i voti. Così come la carica dei 54 aspiranti consiglieri, suddivisi nelle cinque liste presentate a fine novembre.
Sicuramente non si vedranno più tra i banchi Lina Novelli, Carlo Postiglioni, Matteo Costa e Roberto Camilli, che non sono ricandidati. Gli altri otto attualmente consiglieri, e il presidente uscente Pietro Nocchi del Pd, invece sono sparsi nelle liste in corsa: “Per i beni comuni”, “Tuscia democratica”, “Tuscia tricolore”, “Azzurri per la Tuscia” e “Prima la Tuscia”. L’apertura delle urne è domani alle 8 nella sala Benedetti, voteranno solo 59 dei 60 sindaci e i 679 consiglieri dei comunali. Tutti tranne quelli di Capodimonte, poiché commissariato.
Avranno due schede: una per l’elezione del presidente, l’altra per il voto di lista e la preferenza di uno solo dei candidati.
Uno sguardo ai due che ambiscono a diventare il successore di Nocchi. Romoli è sindaco di Bassano in Teverina, Giulivi di Tarquinia. Il primo ha 37 anni, il secondo 62. Curiosità: entrambi sono nati a Roma. Tra i consiglieri, la candidata più giovane è Giulia Perugini di “Tuscia democratica”, consigliera a Nepi: appena 21 anni, classe 1990. Il più anziano invece è Angelo Rauso di “Prima la Tuscia”, consigliere a Tuscania: ha 68 anni, classe 1953.
Sotto osservazione resta il voto del sindaco di Viterbo, Giovanni Arena: è di Forza Italia, ma a palazzo dei Priori Lega, Fratelli d’Italia e Fondazione si legherebbero al dito il suo eventuale voto a Romoli. Lui ha affermato che potrebbe non andare nella cabina elettorale. Per evitare la frattura gli era stato anche proposto di candidarsi presidente, ma alla fine l’ipotesi è sfumata.