Ismail impartiva ordini e David eseguiva, chiesti 25 anni di carcere per i fratelli Rebeshi

Ismail impartiva ordini e David eseguiva, chiesti 25 anni di carcere per i fratelli Rebeshi
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Mercoledì 8 Giugno 2022, 06:50 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 15:09

Ismail impartiva ordini dal carcere e David eseguiva, chiesti 25 anni di carcere per i fratelli Rebeshi. I due albanesi, assistiti dall'avvocato Roberto Afeltra, sono a processo con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso. Ieri mattina è iniziata la discussione con le richieste pene del pm Fabrizio Tucci, che dopo aver ricostruito la vicenda ha chiesto 12 anni e mezzo di carcere per ogni fratello e 9mila euro di multa.

L’inchiesta prende le mosse quando Ismai Rebeshi è già dietro le sbarre con l’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, accusa diventata una condanna in primo e secondo grado. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti avrebbe continuato a impartire ordini ai suoi familiari per rientrare di alcuni debiti. In particolare avrebbe manifestato a suo fratello David Rebeshi, in quel breve frangente ancora libero, la necessità di andare a recuperare crediti presso due piccoli imprenditori, con diversi precedenti penali.

I due, un ristoratore (parte civile assistita dall’avvocato Luigi Mancini) e tuttofare nella compravendita di automobili, hanno testimoniato durante il processo mostrando spesso terrore nei confronti degli albanesi. Rebeshi junior, con l’aiuto di 3 ventenni albanesi - condannati in appello a quasi 9 anni di carcere - avrebbe minacciato e inseguito i due presunti creditori del fratello.

«Da quanto emerso nel corso del dibattimento - ha affermato il pm Fabrizio Tucci - David Rebeshi era la longa manus del fratello.

Non solo, dalle email sequestrate che inviava è chiaro che continuava dal carcere a impartire direttive per recuperare i suoi affari. E le vittime, che conoscevano perfettamente i due albanesi, sapevano di avere a che fare con persone dallo spesso criminale e pericolose».

Pochi mesi dopo che i carabinieri del Nucleo investigativo avevano arrestato Rebeshi senior nell’operazione Erostrato, vengono allertati da un ristoratore viterbese. L’uomo racconta che era stato vittima di pesanti minacce ed estorsione da un gruppo di albanesi. In poco tempo gli investigatori scoprendo che il gruppo di Rebeshi e Trovato, continuava a “lavorare” per portare avanti gli affari del sodalizio mafioso viterbese.

Uno dei passaggi sottolineati dal pm antimafia durante la lunga requisitoria è quello relativo alle mail. Il 5 febbraio 2019 Ismail dal carcere di Cuneo mandò una mail al fratello David rappresentando molti dubbi sul nuovo gestore della sua società di compravendita auto usate. E, sempre nella mail, lo incarica di fondare una nuova società con la sua compagna. Per mettere a frutto le direttive David, intercettato al telefono, chiama spesso in causa il fratello, parlando velatamente di lui con l’imprenditore. E affermando: «Devi ringraziare dio che lui sta dentro». Parole cariche di violenze, usate come arma per arrivare all'obiettivo.

Il 25 ottobre la discussione della difesa e la sentenza.

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