Carburante oltre i 2 euro anche nella Tuscia, terra delle low cost. «Il peggio deve ancora arrivare»

Carburante oltre i 2 euro anche nella Tuscia, terra delle low cost. «Il peggio deve ancora arrivare»
di Diego Galli
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Giovedì 10 Marzo 2022, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 16:15

C’era una volta l’isola felice del rifornimento. Ora anche la Tuscia, patria dei marchi di benzina low cost, è alle prese con i rialzi record dei prezzi del carburante, con diesel e benzina che hanno superato i 2 euro il litro. Rincaro legato alla tragica situazione estera, con il conflitto russo-ucraino che tiene in fibrillazione il mercato mondiale.

«Anche qui da noi la situazione è diventata insostenibile – spiega Aldo Malè, amministratore di Enerpetroli – e la nostra zona, nota da sempre per i prezzi calmierati, è anch’essa soggetta ai rincari giornalieri che stiamo vivendo». Ad aggravare la situazione, il rischio che le pompe delle raffinierie possano chiudersi. «C’è già qualche distributore che sta avendo problemi con gli approvvigionamenti – prosegue Malè – ed è davvero drammatico lavorare in queste condizioni: anche per noi addetti alla distribuzione è molto difficile».

Difficoltà legate anche alla scelta delle grandi società petrolifere di cavalcare l’onda, con una forte speculazione sui prezzi. «È impossibile fare dei pronostici, al momento – rileva Malè – ma è certo che i prezzi continueranno a salire, purtroppo. Il peggio deve ancora arrivare e anche quando terminerà il conflitto, e speriamo che accada prima possibile, passeranno settimane prima che i prezzi tornino a valori più normali».

L’analisi del numero uno di Enerpetroli è condivisa da Filippo Cancellieri, amministratore dell’omonimo gruppo di distribuzione di Vetralla. «Siamo attualmente colpiti da una doppia problematica – spiega – perché ancor prima della guerra era scattato un rimbalzo dei prezzi del petrolio, per l’aumento di domanda portato dall’economia post-Covid.

Ma non ho mai vissuto una crisi del settore come questa, in tanti anni di esperienza». A dettare le regole, in questo frangente, resta ovviamente la Russia. «È tra i Paesi con le maggiori riserve petrolifere – prosegue Cancellieri – e gran parte del mondo, Italia compresa, ne è dipendente. La speculazione vertiginosa, naturalmente, fa il resto».

Speranze, tuttavia, restano per il futuro. «Il Viterbese, una volta che saremo usciti dalla crisi, tornerà sicuramente a essere un’oasi felice per gli automobilisti – aggiunge Cancellieri – il problema però è che non sappiamo quando questo potrà avverarsi. Intanto siamo soggetti agli elevatissimi costi del greggio». Anche l’elettrico, visto come futuro dell’automobile, non sembra essere una soluzione, soprattutto nella Tuscia.

«C’è ancora un bassissimo utilizzo di auto elettriche, lo vediamo anche dalle stesse colonnine che abbiamo installato – conclude il responsabile della Cancellieri – e per giunta, lo stesso costo dell’energia elettrica è salito moltissimo. È presto per parlare di un vero passaggio all’elettrico: le tecnologie, come quella di ricarica, devono ancora evolversi. La partita è ancora tutta da giocare e, per ora, siamo ancora vincolati al petrolio e alle fluttuazioni del suo mercato».

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