Pçoggino, Arena al presidente del consorzio: «Dobbiamo rispettare la legge». I dubbi del Pd

Pçoggino, Arena al presidente del consorzio: «Dobbiamo rispettare la legge». I dubbi del Pd
di Massimo Chiaravalli
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Sabato 13 Marzo 2021, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 21:07

«Ci sono chiare lacune. “Nella testa” ho solamente il rispetto della legge e la correttezza delle procedure». Il sindaco Giovanni Arena non ci sta e al presidente dell’Apea, Enzo Mancini, cerca di rispondere tecnicamente punto su punto. Mentre a livello politico la cosa sarà di nuovo affrontata in consiglio comunale, come richiesto dal capogruppo del Pd Alvaro Ricci, che però continua a non vederla come Arena.

Andare avanti così, secondo il sindaco, sarebbe stato pericoloso. «Ci siamo trovati di fronte a un ostacolo insormontabile – dice Arena - ossia le irregolarità nella costituzione dell’Apea, tali da pregiudicarne il riconoscimento e inficiare la partecipazione stessa ai bandi. Certamente non vogliamo far perdere il treno dei finanziamenti. Il tema del Poggino è per noi centrale, posso, quindi, rassicurare il presidente Mancini che stiamo remando nella stessa direzione».

La costituzione di un’area produttiva ecologicamente attrezzata non implica necessariamente la costituzione di un consorzio, questa la tesi di palazzo dei Priori. «L’istituzione di Apea sotto forma di consorzio determina una nullità del contratto costitutivo per illiceità della causa ai sensi dell’articolo 1343 del codice. Di fronte a una situazione del genere – spiega il sindaco - non si può chiedere al Comune di far finta di nulla e andare avanti. La delibera di consiglio del 2018 si era limitata ad approvare l’adesione ad un’Apea esclusivamente per accedere ai finanziamenti Por Fesr 2014 – 2020, ora in scadenza il 30 aprile 2021.

L’ente era stato coinvolto aderendo semplicemente al regolamento Apea, senza autorizzare alcuna partecipazione del Comune ad un soggetto societario». La Regione non ha sanato? «Ha approvato il regolamento costitutivo di Apea, che non aveva la forma di uno statuto consortile, ma replicava solo lo schema tipo regionale».

Ricci ha strappato al sindaco la promessa di in consiglio straordinario e aperto, ma resta in disaccordo su diversi punti. «Cosa poteva dire di diverso il presidente Mancini? Sono perfettamente d’accordo. La diffida – commenta il capogruppo del Pd - non ha né capo, né coda. E’ inopportuna da un punto di vista tecnico e inqualificabile da quello politico. I nodi andavano sciolti politicamente. E’ il consiglio che deve decidere: se ci sono imprecisioni la delibera va riportata in aula e rettificata. E poi la Regione ha ratificato lo statuto, sulle ulteriori due modifiche, non sostanziali, potevamo discutere».
Poi il dem aggiunge qualche dubbio. «Siamo al terzo bilancio dell’amministrazione Arena. Uno dei presupposti è la relazione sullo stato delle partecipate: non mi risulta sia stata mai inserita l’Apea, dove il Comune partecipa al 10 per cento, salvo ora accorgersi che non potevamo partecipare. Questo – conclude - nonostante i bilanci siano stati approvati con la presenza di palazzo dei Priori».

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