Mamma in Tribunale: «Mio marito mi ha picchiato perché avevo comprato la tombola per far giocare i bambini»

Tribunale di Viterbo
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Venerdì 22 Ottobre 2021, 09:09 - Ultimo aggiornamento: 18:48

«Mi ha picchiato perché avevo comprato la tombola per far giocare i bambini». Ma la tombola era solo l’ennesimo pretesto per usare violenza. E’ iniziato ieri il processo, davanti alla giudice Elisabetta Massini, per lesioni, minacce e maltrattamenti in famiglia ad un egiziano residente in un Comune dei Cimini. L’uomo avrebbe picchiato e abusato della moglie, un’albanese trentenne, con la quale aveva avuto tre figli. L’episodio che ha portato la donna a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine è di gennaio 2019. Quella sera dopo l’ennesimo pestaggio fu trasportata in ambulanza al pronto soccorso con una prognosi di 25 giorni.

«Ogni sera - ha raccontato in aula - tornava a casa e trovata una scusa per insultarmi. Mi diceva che spendevo troppo che non facevo niente. E poi ce l’aveva con le mie due figlie più grandi che ho avuto in una precedente relazione. Diceva che lui non le voleva mantenere che se ne dovevano andare col padre. Mi mandava messaggi vocali di minacce di morte per me e le mie figlie».

L’uomo che gestiva un piccolo negozio di frutta e verdura avrebbe costretto la donna anche a portare avanti una gravidanza non voluta. «Era il quinto figlio - ha detto ancora - e non avevamo possibilità economica ma lui mi ha detto che se abortivo avrebbe ucciso una delle mie figlie più grandi». La donna estremamente impaurita dal tenore dei messaggi e delle minacce avrebbe portato avanti la gravidanza ma quando anche l’ultima bambina aveva appena pochi mesi l’uomo avrebbe inasprito ancor di più il suo comportamento. «Per calmarlo ho acconsentito ad andare due mesi con lui in Egitto - ha raccontato - per la paura ho avvisato tutti anche i servizi sociali.

Pensavo che non saremo mai ritornati». Invece la famiglia da quel viaggio tornò e dopo pochi mesi la donna lasciò l’egiziano con una denuncia dei carabinieri.

Durante la convalida dell’arresto l’uomo fu allontanato dalla famiglia. Io ero in precarie condizioni economiche e mi sono affidata ai servizi sociali. Servizi che ora hanno la custodia dei bambini, con collocazione a casa della madre, come disposto dal Tribunale dei minori. «Lui sa che i bambini, due femmine e un maschietto, per spostarsi devono essere autorizzati dai servizi sociali, ma continua a dirmi che vuole portarsi in Egitto il maschio, che è l’unico di cui chiede notizie. Le femmine non le considera nemmeno. Io ho paura che lo porti via». La giudice al termine della testimonianza della donna, che non si è costituita parte civile, ha chiesto che vengano depositati le relazioni dei servizi sociali e il dispositivo del Tribunale dei minori. Alla prossima udienza saranno ascoltate le forze dell’ordine che la sera del 4 gennaio arriveranno a casa della donna.

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