Palestra Santa Barbara, l'accusa di Ricci: «I lavori li paghiamo noi, hanno fatto scadere i termini»

Palestra Santa Barbara, l'accusa di Ricci: «I lavori li paghiamo noi, hanno fatto scadere i termini»
di Massimo Chiaravalli
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Domenica 24 Gennaio 2021, 09:57 - Ultimo aggiornamento: 10:11

«Hanno buttato 43 mila euro dalla finestra». Ovvero? «Per completare la palestra di Santa Barbara hanno stanziato 90 mila euro, ma avremmo potuto tirare fuori di tasca nostra la metà: l’altra, ricevuta dallo Stato, sono stati costretti a restituirla perché hanno fatto scadere i termini». Il capogruppo del Pd Alvaro Ricci da un lato valuta positivamente che si torni a parlare della struttura, ma dall’altro non lesina critiche aspre all’assessore Laura Allegrini.

Per l’ultima tranche di lavori manca solo il progetto esecutivo: secondo Allegrini la palestra sarà quindi fruibile entro l’anno. «Il grande risultato – dice Ricci - sarebbe che dopo due anni e mezzo che sta lì hanno stanziato in bilancio 90 mila euro per finirla, ma omette che 43 mila sono stati costretti a restituirli allo Stato». Erano stati infatti concessi due finanziamenti: «Uno per l’aeroporto e l’altro per la palestra. La deroga che ottenemmo per utilizzare le economie valeva per entrambi: per la palestra sono risultate di 43 mila euro, che non sono stati utilizzati per incapacità. Sono stati restituiti con la rendicontazione dello scorso 30 giugno perché dovevano essere spesi entro il 28 febbraio del 2020».

I fondi stanziati di tasca propria da palazzo dei Priori sono comunque utili, non è questo però il punto, secondo Ricci. «Non dico che i 90 mila non servano, ma che potevano e dovevano essere solo la metà.

Gli altri erano gratis et amore dei, invece sono stati buttati dalla finestra ridandoli allo Stato. Su questo ho più volte interrogato l’assessore Laura Allegrini, anche nel corso del consiglio straordinario sui lavori pubblici, ma nessuno ha mai risposto». E quindi, visto che la risposta ora la conosce, tira fuori le carte.

La determina è effettivamente firmata dal dirigente Massimo Gai, indica quelle cifre, specifica che andavano spese entro il 28 febbraio 2020 e che «la suddetta somma di 42.921,66 – si legge - rappresenta economia e deve essere versata allo Stato». «Ormai c’è poco da rispondere. Non è che non abbiano fatto niente: hanno realizzato ciò che nel contratto principale era stato oggetto di rescissione per inadempienze, come i bagni. Non è invece apprezzabile il tempo perso – conclude il dem – né tantomeno i soldi. I ritardi sono enormi, se tutto va bene alla fine saranno stati impiegati tre anni e mezzo per fare neanche 150 mila euro di lavori. Piuttosto, inizino ad attivarsi subito per la procedura di evidenza pubblica di affidamento, se no va a finire che perdiamo un altro anno».

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