Il boom del Padel anche a Viterbo: la scuola tra sport e progetti sociali

Il boom del Padel anche a Viterbo
di Marco Gobattoni
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Venerdì 26 Marzo 2021, 05:45

E’ la disciplina sportiva che negli ultimi anni ha vissuto il boom maggiore. La pubblicità indiretta di personaggi come Francesco Totti, l’allenatore della Nazionale Roberto Mancini e dello spettacolo come Paolo Bonolis hanno sicuramente accelerato la popolarità del padel, disciplina sportiva simile al tennis ma profondamente diversa. Anche a Viterbo – lo sport del momento – ha preso particolarmente piede, tanto da aver visto la nascita di una vera e propria scuola. Una scuola diretta da Giovanni Marcucci che può contare su 70 iscritti e su oltre 400 tesserati che vanno semplicemente a giocare. Il gioco del padel rappresenta una disciplina vantaggiosa per tanti sportivi; infatti può essere un motivo di divertimento, di svago o può trasformarsi semplicemente in un’occasione di ritrovo.

«Negli ultimi due anni stiamo vivendo un vero e proprio boom anche a Viterbo e provincia, ma in Italia questa disciplina è in crescita esponenziale da oltre dieci anni – racconta Marcucci – nella nostra scuola abbiamo cinque campi di cui due all’aperto e tre indoor e possiamo contare su circa 70 iscritti che parteciperanno alle competizioni nazionali visto che abbiamo ottenuto l’affiliazione della nostra scuola alla Fit (Federazione Italiana Tennis) che ci permetterà di accedere a tutte le manifestazioni federali e non solo».

Come detto padel e tennis vanno di pari passo, ma sono profondamente diversi. «Apparentemente possono sembrare simili ma sono completamente differenti – spiega Marcucci – nel padel una partita può durare ore visto che il vetro posizione in fondo al campo può essere sfruttato dai giocatori. Nel tennis con un buon servizio puoi chiudere il punto; nella nostra disciplina non funziona così».

Veicolo e fonte per l’ottenimento di una perfetta performance fisica, il padel ha degli aspetti che collegano a socialità e integrazione; risvolti sociali di grande impatto.  

La scuola viterbese diretta da Marcucci ha anche una sezione dedicata ai bambini ed ha vinto un bando regionale contro il bullismo

«La bellezza di questo sport è che si deve sempre giocare in coppia.

E’ l’unica disciplina al mondo che prevede la possibilità di un doppio misto composto da una persona normodotata e da una diversamente abile: qui non si fanno distinzioni la nostra è una casa aperta a tutti».

Il progetto contro il bullismo prevede la veicolazione del padel all’interno delle scuole della Tuscia.

«Andremo nelle scuole a raccontare come lo sport può aiutare a combattere fenomeni come il bullismo. La nostra scuola, oltre a fisioterapista e nutrizionista, ha al proprio interno anche due psicologhe: una si occupa dell’aspetto sportivo come mental coach, l’altra è esperta d’infanzia e segue i tanti bambini che abbiamo nel nostro centro».

Oltre venti ragazzi, nei prossimi mesi, parteciperanno alle gare federali.

«Un numero importante se pensiamo che circoli blasonati come quello romano dell’Aniene ne hanno in egual misura».

La scuola padel di Viterbo dunque somiglia ad una vera e propria famiglia con la pandemia che ha frenato ma non ha fermato il percorso. «Da noi vengono a giocare intere famiglie e seguiamo alla lettera i protocolli sanitari della Fit – svela Marcucci – come tutti abbiamo risentito della pandemia ma siamo riusciti ad andare avanti. Appena supereremo questo periodo proveremo a realizzare un altro progetto che è un vero e proprio sogno personale. Quale? Far venire a giocare da noi persone in carrozzella; ci stiamo lavorando con tutto il cuore e a breve credo ce la faremo».

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