Viterbo, negoziante massacrato: il killer l'ha ucciso perché non poteva pagare i jeans firmati

Viterbo, negoziante massacrato: il killer l'ha ucciso perché non poteva pagare i jeans firmati
di Massimo Luziatelli e Maria Letizia Riganelli
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Domenica 5 Maggio 2019, 09:19 - Ultimo aggiornamento: 6 Maggio, 07:46

Ucciso per un paio di jeans firmati. Norveo Fedeli, titolare di un negozio di abbigliamento nel centro di Viterbo, è stato massacrato con uno sgabello perché Michael Aaron Pang non riusciva a pagare i vestiti di marca che aveva scelto. Gli inquirenti sono arrivati al ragazzo, un cittadino americano, di Overland Park (Kansas) di 22 anni nato in Corea del Sud, dopo pochissime ore dal brutale omicidio. Davanti alla pm, titolare dell'inchiesta, si è avvalso della facoltà di non rispondere. E' accusato di rapina aggravata e omicidio volontario. Gli investigatori, coordinati dalla Procura di Viterbo, hanno «solidi elementi di prova». Il giovane americano abitava da due mesi e mezzo a Capodimonte, sul Lago di Bolsena, a 25 chilometri da Viterbo. Non parla una parola di italiano e per tutti è quasi un mistero cosa ci facesse nella Tuscia. Su internet, ma questo dato andrà verificato, c'è la traccia di un suo arresto nel Kansas, fu rinchiuso nella Johnson County Jail.

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SECONDA VITA
Altri particolari della sua nuova vita a Capodimonte: viveva da un'affittacamere, si spostava con un'auto con targa tedesca, era legato a una donna con un figlio (non si sa se fosse amicizia o altro), andava a fare spesa per lei e comunicava solo usando Google translate (l'app dello smartphone). Davvero un rompicapo capire cosa l'abbia portato in questo angolo dell'alto Lazio. Risulta essersi diplomato nel 2015 alla Blue Valley High School, ma nella sua pagina Facebook spiega di avere lasciato l'università un anno dopo. In paese diceva di essere uno studente, qualcuno pensava che fosse il badante della signora. «Le indagini ha spiegato il procuratore capo Paolo Auriemma sono state molto rapide. E' stato emesso un provvedimento di fermo. Un risultato raggiunto grazie alla sinergia delle forze di campo: squadra mobile, carabinieri e guardia di finanza».

I TESTIMONI
Fondamentali le dichiarazioni dei familiari e dei testimoni oculari. I parenti di Fedeli avrebbero raccontato dettagli su un ragazzo strano che per due volte aveva tentato di fare acquisti. «Capita che in famiglia - ha spiegato ancora il procuratore - si parli degli affari di un negozio. Averlo fatto è stato sicuramente d'aiuto nelle indagini». Il 22enne si presentava come grafico pubblicitario (ma a Capodimonte diceva di essere uno studente) ed è arrivato in Italia da un paese dell'area Schengen con un visto turistico americano. «E' un soggetto molto pericoloso ha continuato il procuratore abbiamo deciso di non diffondere subito le immagini raccolte dai video di sorveglianza perché non volevamo mettere in pericolo la vita di nessuno. Anche solo guardarlo troppo sarebbe stato un problema. E poi c'era il rischio, reale, di fuga». Michael Aaron Pang era stato già altre volte nel negozio Fedeli, attratto dai jeans firmati e dalle felpe costose. I vestiti che aveva scelto erano molti e tutti cari. Gli scontrini rintracciati dagli inquirenti indicano acquisti (non portati a termine) per quasi 600 euro.

ABITI INSANGUINATI
«Il 30 aprile e il 2 maggio ha tentato di fare compere ha spiegato il capo della mobile Fabrizio Moschini - Ma le carte in suo possesso si sono bloccate. Quindi è tornato il 3 probabilmente per tentare ancora l'acquisto». E quando non è riuscito a portare a termine il pagamento si è scagliato come una furia contro il commerciante. Dopo averlo colpito ripetutamente sul cranio lo ha trascinato dietro il bancone per nasconderlo alla vista dei passanti. Poi avrebbe rubato portafogli e telefono. Di quest'ultimo si è disfatto subito dopo A rintracciarlo nel centro di Capodimonte sono stati i carabinieri. «Appena sono state diffuse le immagini del ragazzo ha spiegato il colonnello Guglielmo Trombetta le abbiamo diramate a cascata a tutte le compagnie e stazioni. E' stato subito riconosciuto perché fermato per un controllo a Marta. Poche ore dopo l'omicidio è stato inquadrato dalle telecamere del comune di Capodimonte». Pang è stato preso alle 10 di ieri. Gli investigatori hanno perquisito il suo domicilio, la stanza di un'affittacamere sul lago. Sono stati trovati gli abiti e le scarpe sporchi di sangue, i vestiti presi nel negozio e il portafoglio della vittima. Nelle prossime ore il ragazzo, assistito dagli avvocati Remigio Sicilia e Lilia Ladi, sarà sottoposto all'interrogatorio di garanzia.
 

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