Omicidio Fedeli, ​Il corpo esanime di Norveo fotografato da Micheal Pang

Omicidio Fedeli
di Maria Letizia Riganelli
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Sabato 13 Giugno 2020, 09:36 - Ultimo aggiornamento: 16:06
Il corpo esanime di Norveo Fedeli fotografato da Micheal Pang. L’ultimo folle gesto del ventenne americano, prima di lasciare il negozio di abbigliamento di via San Luca, dove si era appena consumato un omicidio, è stato quello di accendere la telecamera del telefono e immortalare un uomo a terra in una pozza di sangue.

La scoperta è stata fatta dal perito informatico, incaricato dal Tribunale, di scoprire cosa conteneva il telefono dell’imputato. L’ingegnere informatico aveva il compito di rintracciare le conversazioni tra l’imputato e la vittima.
«Quello che è emerso in udienza - ha affermato l’avvocato Fausto Barili, che assiste la famiglia Fedeli - è che nel telefono di Pang c’era una foto della vittima ormai esanime a terra. Questo sviluppo ci imporrà serie riflessioni, che faremo davanti alla corte. Non c’è dubbio che sia un elemento forte. L’imputato il giorno dell’interrogatorio davanti al gip ha motivato il suo folle gesto affermando di essere stato terrorizzato, di aver avuto paura che Fedeli potesse aggredirlo. Mi sembra che sia venendo fuori altro. Pang dopo aver fatto tutto lo scempio possibile, ha nascosto corpo in una zona non visibile, cambiato vestiti, coperto scarpa e alla fine ha ritenuto di fotografare vittima». 

Chi non è stato sorpreso dalla rivelazione del perito informatico è la difesa dell’imputato. «Ce lo aveva detto - ha spiegato Remigio Sicilia - ovviamente non abbiamo visto la foto. Credo ci sia una spiegazione a questo gesto e lo diremo durante la discussione». Non solo foto. In udienza anche gli esperti del Dna e delle tracce ematiche. «E’ stato affrontato - ha detto ancora l’avvocato Sicilia - anche il tema delle impronte digitali e lo schema collima perfettamente con quanto affermato fin dall’inizio da mio assistito». 

Secondo il perito sui due coltellini sequestrati il giorno dell’omicidio non sarebbero state riscontrate tracce ematiche. «Elemento - conclude Barili - che confuta in pieno la tesi sostenuta da Pang del terrore e dell’aggressione».
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