Uccise il compagno di cella a colpi di sgabello, condannato a 14 anni di carcere

Il Tribunale di Viterbo
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Venerdì 30 Ottobre 2020, 06:25 - Ultimo aggiornamento: 13:26

Omicidio di Mammagialla, Sing Khan condannato a 14 anni di reclusione. E’ arrivata ieri mattina la sentenza per il 35enne indiano che il 29 marzo del 2019 uccise con 10 sgabellate il compagno di cella Giovanni Delfino. La Corte d’Assise presieduta dal giudice Gaetano Mautone lo ha considerato, come da perizia psichiatrica, parzialmente sano di mente, concedendogli uno sconto.

Khan dovrà quindi scontare 14 anni di carcere, i primi cinque rinchiuso in una Rems (residenza per le misure di sicurezza) dove potrà essere anche curato. L’ultima udienza si è aperta con le parole dell’imputato che dall’acquario si è detto dispiaciuto per quanto successo. «Ero nervoso e triste per i miei problemi sessuali. Non mi sento più maschio». Parole che per la parte civile e la difesa avrebbero sottolineato quanto lui sia totalmente incapace di capire l’entità di quanto accaduto. 

Secondo la parte civile le responsabilità di quanto accaduto andrebbero cercate altrove, in particolare in «un ispettore che arbitrariamente avrebbe messo insieme i due detenuti sapendo che Sing Khan aveva dei problemi e aveva alle spalle altri due tentati omicidi». A chiedere fermamente la condanna è stato il pm Franco Pacifici. «C’era consapevolezza, seppur scemata, di quanto accaduto.

E nessun pentimento. Ricordo esatte le parole dell’imputato a pochi minuti dalla tragedia. Disse: “L’ho ucciso. Mi date un accendino?”. Per questo, considerando il parziale vizio di mente, invece che l’ergastolo chiedo 23 anni di carcere».

Questo processo si è chiuso, ma uno per gli stessi fatti potrebbe aprirsi a breve. La Procura, come chiesto dalla parte civile, vuole chiarire sulle responsabilità dell'istituto penitenziario.

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