"Non siamo al mercato": medici viterbesi minacciati dai no vax, aumentano le ricusazioni

Michele Fiore a sinistra
di Federica Lupino
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Venerdì 7 Gennaio 2022, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 21:13

“Non siamo mica al supermercato, dove si entra col carrello per riempirlo di ciò che si vuole. Io non mi presto”. A parlare è un medico di famiglia del Viterbese: “Ma preferisco l’anonimato, qui già la situazione è molto delicata”.

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Lui è uno di quelli bersagliati da lettere, minacce di denuncia e diffide da parte di assistiti no vax. Ed è anche uno di quelli che hanno imboccato la strada della ricusazione. Il fenomeno – denunciato da Michele Fiore, segretario della Fimmg provinciale, il sindacato di categoria – ha fatto capolino in provincia dopo il 15 dicembre, quando il Governo ha stretto ulteriormente la morsa sulle vaccinazioni e non ha fatto che crescere.

“Il loro intento? Differire il più possibile la vaccinazione”, spiega il medico. E per riuscirci si inventano di tutto. In questo caso, il paziente è un appartenente alle forze dell’ordine, tra le categorie in cui vige l’obbligo appunto dalla metà del mese scorso. “Mi ha inviato una Pec, sponsorizzata da uno studio medico calabrese, chiedendo innanzitutto una serie infinita di analisi di qualsiasi genere, contando sulla lentezza del sistema sanitario nazionale. Voleva gli prescrivessi, addirittura con l’esenzione, tra le altre visite genetiche, ematologiche, tac celebrali. ‘Chissà che io abbia qualche malattia’, la sua giustificazione”, racconta. 

Il paziente ha anche preteso che fosse il suo medico a prescrivergli il vaccino così che, in caso di effetti collaterali, potesse far rivalsa su di lui. “Richieste assurde perché dal punto di vista sanitario lui non rischia più degli altri.

Inoltre, gli effetti benefici sarebbero in ogni caso superiori”, rimarca. Fatto sta che l’assistito no vax gli ha inviato la diffida il 22 dicembre, il 25 è risultato positivo al Covid, lo ha comunicato al medico che ha aspettato la sua guarigione per ricusarlo. Ma il dottore ne ha anche per il sistema: “Tutta questa situazione è peggiorata dal fatto che, in maniera vigliacca, è stato affidato a noi medici di famiglia il compito di rilasciare eventuali esenzioni, anziché a comitati di esperti”. Nel suo studio, su 1.500 assistiti 80 non si sono vaccinati. A un altro no vax, sempre delle forze dell’ordine, il dottore ha consigliato di cambiare dottore.

Un altro racconto proviene da un secondo ambulatorio della Tuscia. Qui una dottoressa, sempre tramite mail, ha ricevuto da parte di una insegnante 40enne “la richiesta di ostensione della prescrizione medica finalizzata alla sottoposizione al trattamento vaccinale”. Si tratta di moduli reperibili online e che alcuni no vax stanno utilizzando per aggirare l’obbligo del Super Green Pass.

“Prima ancora – racconta il medico – aveva scritto chiedendo esami e accertamenti in esenzione, quindi a carico di tutta la comunità già provata anche economicamente dalla pandemia, per verificare il proprio stato di salute”. La dottoressa le ha risposto invitandola in ambulatorio e sembrava finita lì. “Poi ieri è arrivata la seconda mail con la richiesta di ostensione. In pratica, sostiene che non essendoci una prescrizione non ha l’obbligo di vaccinarsi. Ma vorrei fare un ultimo tentativo di convincerla, appellandomi al senso etico della persona: come noi medici vaccinandoci tuteliamo anche i nostri pazienti, lei dovrebbe fare lo stesso nei confronti degli studenti. Ma certo – conclude – se dovessero continuare le Pec, espressione di un rapporto di forza non di fiducia nei miei confronti, sarò costretta a ricusarla”.

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