Viterbo, allarme culle vuote: nascono sempre meno bambini

Viterbo, allarme culle vuote: nascono sempre meno bambini
di Luca Telli
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 17 Maggio 2023, 10:06 - Ultimo aggiornamento: 16:18

Culle sempre più vuote, Viterbo tra le province italiane con l’indice di fecondità più basso. Con 1,09 figli per donna (età media al parto 32 anni) nel 2022 ed un tasso di natalità del 5,7 la Tuscia è ultima nel Lazio e centesima in Italia, appena sopra il livelli della Sardegna alle prese, da decenni, con una profonda denatalità. 
Rispetto all’anno precedente le nascite sono state 1798, in diminuzione dell’1,2%.

Numeri tali da sollevare più di qualche allarme, a cominciare da una diminuzione della popolazione che, secondo un prospetto Istat, nel giro di dieci anni potrebbe far sprofondare i residenti sotto i 295mila, dopo il picco del 2013 in cui i censiti erano stati 322mila. Un crollo, quindi, verticale che potrebbe portare alla scomparsa di due paesi delle dimensioni di Civita Castellana e Tarquinia, rispettivamente secondo e terzo centro della Tuscia dopo il capoluogo.

A sparire per primi i tanti piccoli borghi che disegnano il micro cosmo dei 62 comuni della Tuscia, il 15% dei quali conta oggi meno di mille abitanti con un’età media decisamente sopra la media. Neppure l’arrivo degli immigrati, soprattutto da Africa sub sahariana ed Europa dell’Est (ripartita dopo il biennio di fermo 2020-2021 a causa della pandemia) sembra in grado di arginare l’emorragia, gli effetti dei quali fanno lanciare ai sindacati un allarme sulla tenuta economica e sociale della provincia con il rischio di un progressivo depauperamento del settore produttivo.

Se il trend, che secondo i sindacati «è legato in primo luogo all’assenza di certezze sul futuro, alla penuria di lavoro di qualità (a tempo indeterminato e con uno stipendio dignitoso), alla scarsità di servizi, tra cui asili nido che significa avere come unico ammortizzatore la famiglia di origine, e a mutate condizioni sociali riscontrabili in tutta Europa», non sarà invertito il destino della Tuscia sembra segnato.

Una provincia dove la natalità è congelata è, infatti, un territorio che invecchia: nel Lazio solo Rieti fa peggio di Viterbo con un'età media di 48,2 anni contro 47,6 anni con conseguenze sul mondo del lavoro.

Nel 2030 il crollo demografico (indagine Istat 2022)  potrebbe portare la Tuscia a perdere fino al 6,6 per cento degli «occupabili» (in totale 12.861 le unità in meno) tra i 15 e i 64 anni, ben oltre il -5,6 della media nazionale. 
Fascia tra i 15 e i 64 anni che al momento è la fascia più rappresentativa della popolazione: 63%, seguita dal 25% degli over 64 e dall’12% della 0-14. Ad aggravare il quadro di una natalità quanto mai bassa, il tasso di mortalità che nel 2022 è cresciuto del 7,5%, circa 4300 decessi: una volta e mezza il numero dei nuovi nati. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA