Viterbo, Natale all'insegna del risparmio. I commercianti: "Si spende meno del passato"

Viterbo, Natale all'insegna del risparmio. I commercianti: "Si spende meno del passato"
di Renato Vigna
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Domenica 18 Dicembre 2022, 05:25 - Ultimo aggiornamento: 20 Dicembre, 19:14

Un Natale all’insegna dell’austerity. È quello che si respira nelle vie dello shopping viterbese, quanto meno all’interno del centro storico. Luminarie ce ne sono, ma non troppe. Le vetrine addobbate, eppure senza gli sfarzi a cui si era abituati negli ultimi anni. È come se queste festività brillino un po’ meno rispetto al solito. Vuoi per il caro-energia, vuoi perché le incognite che pesano sul 2023 non sono poche. E così tra chi spende meno perché lo stipendio viene eroso dall’inflazione e chi, seppur potendo acquistare di più, si è fatto prendere dall’incertezza e preferisce stringere un pochino i cordoni della borsa, fatto sta che tra i commercianti sono davvero pochi quelli che gioiscono.

Ieri sera dentro le mura si è certo notato più movimento del solito: negozi aperti in occasione dell’ iniziativa organizzata dal Comune dal titolo “Non chiamatela notte bianca - Le fontane illuminate si raccontano". Una nottata per richiamare gente in centro tra visite alle fontane illuminate e shopping. Una boccata d’ossigeno per i commercianti delle vie storiche del capoluogo, sempre più in contrapposizione con i centri commerciali che “rubano” clientela.

“Finora è stato un disastro: sembrava che in centro fosse scoppiata la bomba atomica. Un deserto disarmante”, affermano dalla libreria Straffi di via Saffi. E se la gente non passeggia, non entra e non acquista. “Magari anche la pioggia non ha aiutato: tutti in fila in via Garbini ma qui il vuoto. Giusto oggi (ieri per chi legge, ndr) c’è più movimento e quindi le vendite stanno salendo. Diciamo che lo shopping natalizio quest’anno è partito in ritardo”, continuano.

I prodotti più venduti qui sono i libri di Zerocalcare e i volumi per bambini. “Ma lo scorso anno le vendite sono andate meglio di questo”, chiudono.

Sul settore dell’abbigliamento, Gaetano Labellarte dell’omonima storica boutique di corso Italia non ha dubbi: “Non posso dire di aver subito un calo però – spiega il titolare – il clima è cambiato. E non parlo tanto delle luminarie o delle vetrine addobbate più in sordina. Non c’è nemmeno più quella pubblicità assillante che comunque spingeva al consumo. Anzi, tutto il contrario. Complice il tam tam mediatico, la gente ha più paura di spendere non tanto perché magari in tasca ha meno soldi quanto perché, sentendo parlare in continuazione di crisi e di aumenti, preferisce risparmiare”. Eppure, nonostante questa allure poco natalizia, Labellarte non ha subito flessioni: “Il bilancio lo faremo a fine anno ma sinora, complici scelte azzeccate sugli investimenti, puntando su prodotti nuovi sto avendo un buon riscontro”.

Poco distante, sempre al Corso c’è il re dei dolciumi che, aperto dal 1930, di festività ne ha viste passare parecchie. “Noi per fortuna – afferma Fabio Purchiaroni, titolare di Bizzarri – abbiamo la nostra clientela storica. Però, nonostante questo, la tv allarma tutti parlando di crisi, di bollette salate, quindi molti tendono a essere cauti”. Non si rinuncia ai prodotti di qualità ma “se prima avrebbero comprato tre panettoni ora magari si limitano a due”, conclude.

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