Movida, più del Covid preoccupa il Patto della notte: «Con queste regole ripresa sarà impossibile»

Movida, più del Covid preoccupa il Patto della notte: «Con queste regole ripresa sarà impossibile»
di Luca Telli
3 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Gennaio 2021, 06:45 - Ultimo aggiornamento: 15 Gennaio, 12:10

«Nessuno si illude, almeno fino all’estate non ci sarà ripartenza. Dobbiamo provare a restare a galla ma dopo 7 mesi di restrizioni su 12 non è facile. Lo stop all’asporto alle 18? Non è un danno significativo, anche fino alle 22 era acqua che non macinava grano. Serviva, piuttosto, a tenere un contatto con i clienti, ci aiutava a sentirci vivi».

Manfredi Samperi, che con il fratello Orlando gestisce il locale 77 nel cuore di San Pellegrino, continua a andare tutti i giorni al suo locale. La visita di qualcuno oltre la finestrella da dove passa i miscelati non manca mai, due chiacchiere, qualche battuta, sul tavolo dove era poggiata la cassa un libro con le nuove tendenze e i cocktail più in voga del 2021.

«Perché prima o poi torneremo alla normalità e vogliamo farci trovare pronti», spiega Samperi.
Di tirare i remi in barca non se ne parla. «Io e mio fratello abbiamo investito capitali e sogni in questo posto, fino a quando sarà possibile continueremo a provarci». La possibilità, spiega Samperi, non è legata solo alla fine della pandemia ma anche a qualcosa di più controllabile che passa dalle aule di una commissione e da un consiglio comunale: dal superamento delle limitazioni orarie imposte dal piano della notte.

Entrato in vigore a ottobre 2019, prevede la chiusura e mezzanotte in inverno durante la settimana, all’1 nei weekend. Un’ora in avanti in estate previa deroga che al ‘77’ prima era stata concessa e poi revocata dopo una serie di segnalazioni. Un vincolo che ha segnato uno spartiacque nella vita di San Pellegrino e dei suoi locali.
«Il Covid non è infatti la prima causa dei problemi, ma qualcosa che ha appesantito una situazione già difficile», spiega. La ripartenza, e una possibile soluzione, passa quindi da una linea di concessione e da un passo di lato del Comune. «Non una riapertura alla cieca.

Ma un tavolo di confronto come era stata ipotizzato al momento della firma. Perché tornare al lavoro con queste regole non ha senso – continua Samperi – è una condanna già scritta, recuperare gli incassi così non è possibile. Va contro gli interessi di tutte le aziende che si dice di volere aiutare».

Nel dettaglio, il confronto tra associazioni, commercianti e istituzioni avrebbe dovuto avere cadenza trimestrale. Calendario, complice anche la pandemia, mai rispettato in pieno con poca simpatia anche dei residenti e i comitati di quartiere ai quali Samperi, dopo le frizioni dei mesi scorsi, si rivolge: «La nostra parte siamo pronti a farla – continua Samperi –. Ma non sono i baristi la causa della condizione del centro. Anzi, una luce accesa nella via non può che essere elemento positivo. I controlli? Devono esserci per il rispetto delle esigenze di ognuno».

Tasto dolente sul quale, più volte, baristi e commercianti si sono scontrati. Dopo la mezzanotte, nel fine settimana, in inverno come in estate, di vigili urbani nessuna traccia. Il piano di controllo ipotizzato, con un impiego maggiore della polizia municipale, è rimasto congelato.

© RIPRODUZIONE RISERVATA