«Siamo con l'acqua alla gola, ma respiriamo»: i bar e ristoranti di Viterbo alla prova del primo weekend

«Siamo con l'acqua alla gola, ma respiriamo»: i bar e ristoranti di Viterbo alla prova del primo weekend
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Lunedì 25 Maggio 2020, 10:42 - Ultimo aggiornamento: 17:15
«Siamo con l'acqua alla gola ma respiriamo». Bar e ristoranti tirano un mezzo sospiro di sollievo. Il primo fine settimana post lockdown è scivolato via senza troppi problemi lasciando un sapore dolciastro sulle labbra che cancella, almeno in parte, l'amarezza dei mesi passati.

«Partenza confortante» è il giudizio unanime dei gestori dei locali della movida. Nella consapevolezza che il processo di ritorno alla normalità sarà lungo e non semplice. Sui ristoranti, che sabato hanno riaperto in blocco, pesano riduzione dei posti e crollo dei turisti. Se una ripresa significativa delle presenze in città è auspicabile a partire da luglio (secondo le previsioni qualcosa dovrebbe iniziare a muoversi già con il ponte del 2 giugno e, di più, dopo la riapertura del libero spostamento tra Regioni dal giorno successivo), per le sedute il protocollo sanitario potrebbe non offrire spazi di manovra a stretto giro, amplificando la crisi del settore.

«Come primo giorno non è stato male, forse addirittura meglio delle previsioni spiega Stefano Achilli, proprietario del ristorante Olio d'Oliva in via San Lorenzo, cuore dalla movida . 25 coperti di sabato però servono a poco, sono numeri che ci si aspetterebbe di fare nell' infrasettimanale. La speranza è che, con il passare dei mesi, i consumi ripartano. Così diventa dura». Parole che ricalca Massimo Meli, ristoratore di Via San Pellegrino: «30 persone rispetto alle 90 a cui eravamo abituati è un bel colpo. Era importante ricominciare, per un giudizio aspettiamo le prossime settimane».

Tra misure di sicurezza e controlli che andranno avanti e attivi nel fine settimana, con la polizia urbana che ha fatto visita a gran parte dei locali. «La risposta migliore però l'hanno data i clienti spiega Michele Schirripa, titolare del LAB di piazza del Teatro abbiamo rivoluzionato il locale per garantire la distanza. Adesso speriamo che, con il calo dei contagi e una situazione in via di miglioramento, le persone tornino a uscire». Ancora più importante, in questo momento, diventa l'ampliamento degli spazi esterni, richiesta per la quale il Comune di Viterbo ha fissato la scadenza per il 25 maggio. «Abbiamo presentato domanda proprio nei giorni scorsi spiega ancora Schirripa la nostra idea è quella di creare un giardino esterno».

Più sicuro e capace di attrarre clienti e consumi. Che, per i bar, sono ripartiti meglio. «Per essere nel pieno di un crisi così pesante qualche segnale di ripresa c'è stato spiega Adrian Frunzescu, Baretto 2.0 di via San Lorenzo (uno dei primi a tornare al lavoro in centro con il servizio take away due settimane fa) anche dopo cena c'è stato movimento, un buon inizio». Gli incassi pre Covid sono lontani e una ripresa a pieno regime non sembra ipotizzabile. Anche per questo la parola d'ordine diventa differenziare: «Stiamo cercando di immaginare un modo nuovo di offrire un servizio spiega Filippo Palumbo del Magnamagna winter garden -. Coniugare sicurezza, rispetto delle regole e salvaguardia dell'azienda è, in questo momento, la priorità».
 
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