Medici di famiglia, 2022 da record: "Mai così pochi". Ma più fiducia dai pazienti: 54mila vaccini somministrati

La sede della Asl di Viterbo
di Federica Lupino
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Lunedì 2 Gennaio 2023, 07:05 - Ultimo aggiornamento: 15:58

Il 2022 è un anno che ha segnato diversi record per i medici di medicina generale. Quello, tutto in negativo, di una categoria che in provincia è scesa sotto le 200 unità come mai prima d’ora sin dall’istituzione di questa figura. E l’altro, tutto in positivo, del numero di vaccinazioni antinfluenzali effettuate, ovvero 54mila al 28 dicembre su un totale di dosi somministrate pari a poco più di 56mila.

Numeri eclatanti, appunto, che confermano come la categoria, seppur in crisi a livello numerico, non lo sia affatto nella quotidianità dei viterbesi: il medico di famiglia resta la figura di fiducia a cui rivolgersi per i bisogni sanitari più disparati, un punto di riferimento imprescindibile per migliaia di persone. Una forza lavoro ridotta all’osso, si diceva. “Al momento – spiega Michele Fiore, il segretario del sindacato di categoria, la Fimmg, da sempre in prima linea nel difendere i camici bianchi – siamo tra i 185 e i 190, dipende dai pensionamenti e dagli incarichi affidati per coprirli”.

Numeri scarni che tali resteranno per tutto il nuovo anno. “Il 2023 sarà del tutto simile al 2022; solo dal 2024 – spiega – i medici di famiglia torneranno a crescere. A metà dicembre ho avuto un incontro con alcuni giovani colleghi.

In parte hanno preso servizio ma il grosso sta ancora svolgendo il corso di formazione”. Per i prossimi mesi, quindi, si continuerà a tamponare con proroghe agli over70, aumenti del massimale da 1.500 a 1.800 pazienti e incarichi provvisori pur di tenere aperti gli ambulatori sul territorio.

Seppur pochi, il lavoro da fare resta però tantissimo. “Prendiamo le vaccinazioni contro l’influenza: i dati aggiornati al 28 dicembre – continua Fiore – dicono che noi medici di medicina generale ne abbiamo somministrati 54mila. Tutte le altre strutture, dalle farmacie ai centri vaccinali, 2.472”. Una sproporzione enorme, insomma. “Come Asl siamo messi bene. Abbiamo coperto – afferma – il 70% degli ultra65enni, un dato confortante in linea con lo scorso anno”.

Diverso, invece, il discorso della vaccinazione contro il Covid. “Finché si è trattato della terza dose – rivela il segretario della Fimmg – non abbiamo avuto problemi e l’adesione è stata massiccia. Adesso, per le quarte e le quinte invece il discorso è completamente diverso: su 1.500 pazienti, ho somministrato meno di 20 dosi”. E il rischio che, continuando questo trend, le fiale inizino a scadere è più che concreto.

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