Medici di famiglia, tutti in fila per accaparrarsene uno. La Fimmg: «Siamo sempre meno»

Utenti in fila a Bagnoregio per scegliere il medico di base
di Renato Vigna
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Venerdì 17 Febbraio 2023, 05:50

Quando uno di loro va in pensione, soprattutto nei piccoli centri non si parla d’altro. “E ora come faremo?”, è la preoccupazione ricorrente. I medici di medicina generale sono una categoria ridotta al lumicino a causa di una programmazione miope negli ultimi anni e di un corso di formazione a numero chiuso che di certo non aiuta a formare nuove leve. Fatto sta che quando ne arriva uno nuovo, si fa festa. Ma, ancora prima, ci si mette in fila per accaparrarselo. Ed è quanto avvenuto a Bagnoregio dove decine di pazienti hanno fatto la coda per la scelta de nuovo medico di famiglia, Marco Fantera. Chi è più pratico di tecnologia lo ha fatto tramite Spid, gli altri alla vecchia maniera: di persona agli sportelli della Asl. 

“È quello che accade soprattutto nei piccoli paesi, quelli con meno di 5mila abitanti. Se un collega va in pensione si crea un vuoto e quando arriva il sostituto è un raggio di sole”, afferma Michele Fiore, segretario del sindacato di categoria, la Fimmg. Nel 2022 i medici di base in provincia di Viterbo hanno raggiunto il loro livello più basso, scendendo sotto quota 200. Adesso il numero oscilla intorno ai 190, variando in base a chi va in pensione e ad eventuali sostituti. A proposito, nel decreto mille proroghe è prevista la possibilità di restare in servizio fino a 72 anni (ora il limite è 70). “Se diventerà legge, sarà per noi una boccata di ossigeno”, commenta Fiore.

Già ora alcuni dottori hanno ottenuto delle deroghe per restare in servizio oltre i 70 anni. “Succede soprattutto nei piccoli centri dove i colleghi sanno che, una volta andati via, gli assistiti non avranno più lo stesso livello di assistenza”, aggiunge il segretario Fimmg.

Ma anche questa non è la misura risolutiva. “Le nuove leve? Sono rimasto basito quando a inizio febbraio, nel corso di una riunione della segreteria nazionale, è emerso che la situazione si stabilizzerà, grazie alle assunzioni di giovani colleghi, solo nel 2026, ovvero due anni dopo rispeto a quanto prisinora ma ipotizzato”, rivela. Eppure, che il ruolo dei medici di famiglia sia centrale lo confermano ancora una volta i numeri delle vaccinazioni antinfluenzali. “In tutto il Lazio – spiega Fiore – abbiamo coperto oltre un milione di persone. A Viterbo circa 57mila, contro le circa 500 delle farmacie”. Male invece i vaccini contro il Sars-Cov2 la cui richiesta è crollata. Sul fronte dell’influenza, Fiore sottolinea che “quest’anno è stata peggio del Covid, colpendo soprattutto le vie aeree superiori. Per fortuna, i sintomi non erano preoccupanti ma per settimane i farmaci antitosse anche nella Tuscia erano quasi introvabili”, conclude.

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