Non c'è due senza tre. La mafia a Viterbo: il 6 luglio alle 17 il consiglio comunale tornerà a occuparsene, quasi a ridosso della sentenza della Corte d'Appello che ha confermato come lo stampo dell'associazione a delinquere della banda capeggiata da Giuseppe Trovato e Ismail Rebeshi. A parlarne stavolta ci sarà il più alto in grado: il procuratore nazionale antimafia Federico Cafiero De Raho.
Viterbo per la terza volta spende una seduta di consiglio sul tema. La prima era stata il 15 febbraio 2019, pochi giorni dopo gli arresti dell'operazione Erostrato. Subito dopo, in 500 avevano sfilato per la città in un corteo composto e silenzioso per dire no alla mafia. Avevano risposto partiti, sindacati e associazioni, oltre ai cittadini. Il bis l'anno successivo, il 24 settembre, qualche settimana dopo la sentenza di primo grado, che aveva certificato la presenza di quella che per tutti era diventata Mafia viterbese.
La mafia aveva puntato infatti l'allora consigliere comunale (di minoranza) Claudio Ubertini, attuale assessore, al quale la banda aveva incendiato due auto. La nuova occasione per discuterne sarà ancora legata a Erostrato, visto che è di pochi giorni fa la conferma della Corte d'Appello: a Viterbo per quasi due anni imprenditori e cittadini sono stati vittime di questo sistema. Stavolta se ne parlerà alla presenza del procuratore nazionale, che ha accettato di seguire la seduta chiesta dal capogruppo di Forza civica, Giacomo Barelli.
Salvo imprevisti, il 6 luglio la seduta si svolgerà in forma straordinaria e aperta.