Litorale viterbese, per bar e ristoranti si chiude una stagione da record. Meno per gli hotel

Litorale viterbese, per bar e ristoranti si chiude una stagione da record. Meno per gli hotel
di Luca Telli
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Martedì 22 Settembre 2020, 11:15 - Ultimo aggiornamento: 12:16
«Che stagione è stata? Probabilmente la migliore degli ultimi anni». Il paradosso dell’estate 2020, partita con il comandamento del distanziamento sociale ripetuto come un mantra, è tutto nelle parole di Giovanni De Angelis, gestore del ristorante Tamurè di Tarquinia lido.

«Che ci fosse voglia di mare lo avevamo capito già nei primi mesi dell’anno. Ma passare da una primavera con il dubbio di riuscire a partire e guardarsi indietro dopo quattro mesi con queste presenze è una sorpresa». Un dato in controtendenza rispetto a quello fornito da Federbalneari che, su base nazionale, snocciola un gelido -30%.

A spiegarlo ci pensa Fabio Jacopucci, titolare dello stabilimento e ristorante Gradinoro di Tarquinia: «L’aumento delle presenze italiane, per una zona come la nostra che non vive in prima istanza di turismo estero, è stato un volano. Il bacino romano, quello poi dell’Umbria, del viterbese e della bassa toscana ci ha permesso di chiudere nel migliore dei modi una stagione che non partiva sotto i migliori auspici. Adesso dobbiamo avere la capacità di tenere il passo per confermare la crescita nella prossima stagione».

 Un aumento certificato dagli accessi alle spiagge di competenza del comune di Montalto, dal numero delle persone che dal 2 giugno ad oggi hanno utilizzato il servizio on line ‘in spiaggia’ per prenotare uno spazio (310.000 mila) tra Sant’Agostino e Marina Velka e, infine, dal dato degli  affitti: nel mese di giugno in gran parte esauriti.

 «Se avessimo avuto il doppio della disponibilità non ci sarebbe stato comunque un posto libero – spiega Emiliano Mariani dell’agenzia Tecnocasa -. Agosto era sold out da quando è stato chiaro che il mare sarebbe stato fruibile. Luglio è stato un crescendo mentre buone risposte sono venute per settembre e ottobre dalle zone limitrofe».

Turismo di prossimità che, se da una parte ha sostenuto pizzerie, bar e in generale tutti i servizi legati alla ristorazione, non è stato in grado di supportare alla stessa maniera hotel e campeggi con un turismo mordi e fuggi, concentrato nel fine settimana dove dalla metà di luglio si sono registrati numeri da record, che ha svuotato le stanze nelle strutture.

Le difficoltà del settore, in questo senso, erano state già sottolineate con la stagione nel vivo da FederAlberghi, ma il bilancio non è del tutto negativo. Incassi al di sotto della media, comunque migliori delle previsioni della vigilia.  Stesso discorso per gli stabilimenti balneari, la maggiore parte dei quali è riuscita però chiudere con il segno più grazie al traino di agosto.  

«La partenza è stata in sordina – spiega Emanuele Bianconi del King Beach di Pescia Romana - Nel primo week end dopo la riapertura ci aspettavamo qualcosa in più. Per buona parte di giugno il meteo non ci ha aiutato, poi la stagione ha accelerato fino al picco di Ferragosto che, quest’anno, si è trascinato anche per la seconda quindicina del mese».
 
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